Sigma Tau: 569 in cassa integrazione. Un urlo: “Promesse non mantenute”

Pubblicato il 21 Marzo 2012 - 16:51 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  L’azienda farmaceutica Sigma Tau ha messo 569 lavoratori del suo stabilimento di Pomezia in cassa integrazione straordinaria. Le misure promesse, denuncia Anna Feleppa in una mai, non sono state garantite ai lavoratori. L’annuncio dell’azienda lo scorso 17 gennaio parlava di circa 400 lavoratori per 12 mesi in cassa integrazione, di cui solo 200 nello stabilimento di Pomezia. Dopo le proteste dei lavoratori di Pomezia, che hanno coinvolto anche il calciatore Francesco Totti, la Cisl ha firmato un accordo con la Sigma Tau il 23 febbraio. L’Idv aveva chiesto al ministro del Welfare Elsa Fornero di intervenire sul delicato caso. Ma ad un mese quasi dall’accordo il governo, impegnato nella riforma del lavoro e dell’articolo 18, non è sembrato interessato a risolvere il problema.

In una lettera Anna Feleppa della Sigma Tau di Pomezia denuncia le odierne condizioni dei lavoratori dell’azienda farmaceutica: “I delegati sindacali ed Unindustria hanno firmato un accordo per il quale era stato indetto un referendum tra i lavoratori, dal quale il documento è uscito approvato. Viziato però dal fatto che a votare sono stati chiamati tutti i lavoratori, non solo quelli posti in cassa integrazione, con evidente danno per quelli “sfortunati”, inoltre la votazione ai lavoratori della rete esterna è stata comunicata tramite invio di telegramma, che in alcuni casi è giunto dopo che la votazione aveva avuto luogo”.

Non solo sono state denunciate irregolarità nel voto del referendum, ma la Feleppa ha spiegato che le misure promesse non sono state rispettate: “La direzione non ha ancora ad oggi posto in essere le seppur inadeguate misure che aveva promesso, quale ad esempio una rotazione per le figure professionali che lo consentivano […] – e aggiunge – Inoltre ad alcuni lavoratori “sopravvissuti” sono stati imposti trasferimenti di centinaia di chilometri di distanza dalla propria abitazione e dalle abituali zone di lavoro. Dopo aver compreso in quella che è stata giustamente definita “macelleria sociale” anche categorie protette, moribondi e lavoratori con gravissimi problemi familiari e di salute, l’azienda non ha messo in atto nessuna delle misure tipiche di questi casi: rotazione, scivolamenti per chi era a pochi anni dall’età pensionabile, incentivi decorosi e dignitosi all’esodo”.

La Feleppa contesta inoltre che la Sigma Tau versi in condizioni di crisi finanziaria, chiedendo l’intervento di governo e sindacati per risolvere il problema che affligge quasi 600 lavoratori: “Dopo aver dichiarato la Sigma Tau in un inesistente stato di crisi finanziaria, crisi smentita dai dati di bilancio e dai recenti importanti investimenti di centinaia di milioni di euro compiuti tramite Banca Intesa per l’acquisto di rami di altre aziende farmaceutiche, vicende delle quali si è parlato diffusamente ed in dettaglio nelle scorse settimana, ma alle quali – pare ormai evidente – governo e sindacati non hanno dedicato il giusto peso e la giusta considerazione, difendendo nei fatti non certo i lavoratori e le loro famiglie, pretestuosamente messi in cassa integrazione”.