Terremoto L’Aquila, giudice: “No imprevedibile, dal 1000 un sisma ogni 325 anni”

Pubblicato il 16 Maggio 2013 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA

L’AQUILA – Il “terremoto dell’Aquila non era affatto imprevedibile”. Giuseppe Grieco, giudice del Tribunale de L’Aquila, sottolinea che il sisma è avvenuto durante un “periodo di ritorno”, che in tale zona sismica è di “circa 325 anni dall’anno 1000”, come riferito dal consulente Luis Decanini.

La prevedibilità del terremoto è citata nelle motivazioni sulla sentenza di condanna di 4 imputati e assoluzione di altrettanti, depositate giovedì 16 maggio dal giudice Grieco, che ha spiegato come il sisma poteva essere previsto ”essendosi verificato in quello che viene definito periodo di ritorno, vale a dire nel lasso temporale di ripetizione di eventi previsto per l’area aquilana”. Periodo che, scrive citando il consulente Luis Decanini, ”è stato indicato in circa 325 anni dall’anno 1000”.

Inoltre, ”si è trattato di un terremoto certamente non eccezionale per il territorio aquilano e assolutamente in linea con la sismicità storica dell’area”. La tesi del giudice Grieco è molto simile a quella sostenuta dal collega Marco Billi nelle motivazioni della sentenza Grandi Rischi.

Billi scrisse che ci fu negligenza umana nel dare false rassicurazioni alla popolazione che in tal modo non adottò le tradizionali precauzioni tra cui uscire di casa dopo una forte scossa. La sentenza portò alla condanna a sei anni per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose di sette componenti della Commissione Grandi Rischi che il 31 marzo 2009, 5 giorni prima della scossa, si riunirono a L’Aquila per fare il punto sullo sciame sismico che da mesi interessava il territorio aquilano.