Terremoto in Emilia, oltre 10 scosse nella notte: la più forte di magnitudo 3.2

Pubblicato il 7 Giugno 2012 - 08:41 OLTRE 6 MESI FA

MODENA – La terra ha tremato oltre 10 volte la notte tra il 6 ed il 7 giugno in Emilia Romagna. Le scosse monitorate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Ingv, tra la mezzanotte e le ore 10 del mattino del 7 giugno sono state 11 di magnitudo tra il 2 ed il 3.2. Gli epicentri dei terremoti sono stati localizzati tra Mantova e Modena, nelle città già molto colpite dal sisma quali Finale Emilia, Mirandola, Medolla, Moglia, Concordia sulla Secchia, Novi di Modena e San Possidonio.

La scossa più forte è stata avvertita alle ore 3.48 con magnitudo 3.2. L’epicentro è stato localizzato tra Moglia, Rolo, Concordia sulla Secchia, Novi di Modena e San Possidonio.

L’ultima scossa registrata dall’Ingv è delle ore 9.24 di magnitudo 2.4, con epicentro tra Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola, San Possidonio, San Prospero e San Felice sul Panaro.

Nuove scosse dopo quelle del 20 e 29 maggio di magnitudo superiore a 5, che hanno causato 27 vittime  tra la popolazione. Il crollo di intere cittadine e dei capannoni industriale ora rischia di bloccare la produzione da 4 a 6 mesi, come ha dichiarato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

Un ”nuovo” terremoto invece quello che il 6 giugno ha fatto tremare Ravenna. Una forte scossa di magnitudo 4.5 con epicentro nel mar Adriatico generato dalla rottura di una faglia differente da quella che dal 20 maggio non dà tregua alle città tra Mantova e Modena.

Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, ha detto: “Bisogna rivedere il piano di sicurezza nazionale rispetto al rischio sismico”. Napolitano, in visita a Bologna il 7 giugno, ha sottolineato la necessità “ricalibrare” la mappa del rischio sismico in Italia. Parlando delle zone colpite dal sisma, il capo dello Stato ha detto: ”Abbiamo innanzitutto delle vittime da piangere, e non sono poche, hanno pagato con la vita certe circostanze. Essere schiacciati dalle mura del luogo dove si lavora e’ spettacolo che ferisce. E’ un problema che dobbiamo affrontare”.

Ha firmato il decreto per le zone terremotate ”ad occhi chiusi” quando e’ arrivato ieri sera sul suo tavolo, ”ma guardandolo oggi mi pare proprio che rappresenti una buona risposta” all’emergenza, ha aggiunto Napolitano. ”Lo Stato e’ qui”, e’ presente in tutte le sue istituzioni e c’e’ attenzione sia al Quirinale che alla Presidenza del Consiglio. ”Sono qui per vedere ed ascoltare e riferiro’ al governo”, ha aggiunto.

Quello della ricostruzione e’ ”un pensiero ed un assillo”, e ”c’e’ un limite alla generosita”’ dei sindaci dei comuni colpiti dal sisma, ha detto Napolitano. ”Non possono fare tutto loro, alla ricostruzione ci dobbiamo pensare noi”, ci deve pensare lo Stato. Le istituzioni locali infatti, secondo il capo dello Stato, devono ora mostrare ”l’impegno comune e non uno scarico di responsabilita’, una volonta’ di corretta divisione dei compiti e dei ruoli. Servono oggi le prove, da parte vostra, di senso di coesione, di responsabilita’ e di slancio comune”.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto relativo all’emergenza terremoto. Lo annuncia il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani.  ”Me lo ha detto il Capo dello Stato – ha detto Errani a margine dell’incontro di Bologna tra Napolitano e i sindaci delle zone colpite dal sisma – e’ una bella notizia, che ci consente di partire con i lavori”.