Vittima del talidomide, esclusa dall’indennizzo: fa causa allo Stato

Pubblicato il 2 Agosto 2011 - 00:42 OLTRE 6 MESI FA

VERONA –  E’ siciliana ma vive a Verona, ha 41 anni ed è una delle vittime del Talidomide, farmaco che si prescriveva, negli anni ’60 alle donne in gravidanza. Eppure M.P. non è tra le donne che, secondo lo Stato italiano, hanno diritto all’indennizzo (fino a 140 mila euro e un assegno mensile da circa 4 mila). Così ha deciso di fare causa per ottenere, quello che a suo giudizio le spetta.

M.P. come 300 persone in Italia e diverse migliaia nel mondo, a causa di quel farmaco maledetto, è nata con delle malformazioni. Nel 1972 lo scandalo fu denunciato per la prima volta da uno scoop del giornale inglese Sunday Times: quello psicofarmaco che si somministrava alle gestanti per alleviare le nausee poteva causare malformazioni nel feto. Tutto riscontrato e dimostrato al punto che l’azienda che lo produceva, la Distillers dovette pagare diversi risarcimenti.

In Italia, una legge del 2009, prevede un indennizzo per le circa 180 persone, spiega il quotidiano di Verona l’Arena,  nate tra il 1959 e il 31 dicembre 1965. Chi è fuori da questo arco temporale, come M.P. deve invece accontentarsi di una pensione mini da 255 euro. Da qui la decisione, visto che sempre di sindrome da Talidomide trattasi, di fare causa al ministero della Salute.