La compagna di cella: “A Sakineh fu estorta la confessione, svenne quando capì cosa aveva firmato”

Pubblicato il 30 Ottobre 2010 - 15:21 OLTRE 6 MESI FA

Sakineh Mohammadi Ashtiani

Sakineh ha firmato la confessione che le sta facendo rischiare la vita senza capire cosa stesse facendo: l’atto era infatti scritto in farsi, lingua a lei sconosciuta considerato che la donna non solo è quasi analfabeta ma comprende solo l’azero. A confermarlo è Shahmaz Gholami, compagna di cella in Iran di Sakineh per 99 giorni tra il 2006 ed il 2007, che l’Ansa ha incontrato a margine del ‘Neda Days’, iniziativa sulla discriminazione femminile in Iran organizzata a Pordenone da oppositori al regime di Teheran.

”Appena gli fu riferito cosa avesse firmato”, spiega la Gholami – giornalista, arrestata con l’accusa di essere anti-regime – Sakineh ”è svenuta in cella e per vari giorni si è rifiutata di mangiare e bere”. Sakineh si è sempre proclamata ”innocente e ci ha raccontato di non aver mai tradito il marito. E che costui non è stato ucciso bensì è morto accidentalmente in casa, rimanendo fulminato sotto la doccia”. L’ex compagna di prigionia di Sakineh è stata più di tre mesi nella stessa cella della donna: ”Eravamo circa 200 ragazze ammassate in 4 piccole stanze senza finestra. Ed eravamo divise a seconda delle condanne ricevute: frequentemente – racconta – ci picchiavano e torturavano per costringerci a confessare reati inesistenti”.