Kirghizistan, continuano gli scontri. La Croce Rossa: “Centinaia di morti”

Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 19:07 OLTRE 6 MESI FA

Sono “diverse centinaia” i morti degli scontri nel Kirghizistan meridionale. Lo ha affermato oggi a Ginevra un portavoce del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr).

“E’ difficile avere dati precisi” ma “pensiamo che in questa sanguinosa crisi si possa parlare di centania di morti”, ha detto il portavoce del Cicr Chistian Cardon.

La situazione – ha aggiunto Cardon – resta tesa e preoccupante nel sud del Kirghizistan, attraversato da violenti disordini interetnici tra kirghizi e uzbeki che in pochi giorni hanno costretto decine di migliaia di civili alla fuga.

Gli sfollati sopravvivono in situazioni molto difficili, sono vulnerabili ed hanno bisogno di tutto: riparo, cibo, cure mediche e acqua. Alcuni si sarebbero rifugiati nelle zone rurali, in fattorie, in moschee.

Il Cicr – che ha rafforzato la sua presenza a Osh e Jalalabad, le due città più colpite – prevede di distribuire viveri a 100mila persone ed oggi un secondo aereo di aiuti del Cicr è arrivato con materiale per i feriti e sacchi per i morti.

Stando alle testimonianze dei delegati sul posto, decine di migliaia di persone sono bloccate al confine con l’Uzbekistan. Secondo il governo uzbeko da venerdì scorso oltre 75.000 rifugiati hanno attraversato la frontiera. L’Onu ha inoltre stimato in 200mila gli sfollati fuggiti dalle loro case, ma rimasti in Kirhizistan.

L’Alto commissariato delle Nazion Unite per i rifugiati (Unhcr) è mobilitato per far fronte alla situazione ed ha confermato oggi l’avvio di un ponte aereo di aiuti umanitari. Il primo dei sei aerei cargo previsti dovrebbe partire domani da Dubai con 40 tonnellate di aiuti destinati ai rifugiati. Il primo volo trasporterà 800 tende leggere. Gli altri cinque voli trasporteranno coperte, materassi, set da cucina e teli di plastica.

L’Unhcr sta anche predisponendo un altro ponte aereo per trasferire in Kirghizistan alcuni team d’emergenza, spiega una nota. “Il timore è che finché la pace e l’ordine non verranno ristabiliti, sempre più persone fuggiranno nelle campagne o cercheranno di attraversare il confine con l’Uzbekistan”, ha concluso l’Unhcr.