Mondiali 2014, leader sindacato metro San Paolo: “Verso lo sciopero, decidono i lavoratori”

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Giugno 2014 - 01:19 OLTRE 6 MESI FA
Mondiali 2014, leader sindacato metro San Paolo: "Verso lo sciopero, decidono i lavoratori"

San Paolo, lo sciopero della metro dei giorni scorsi (foto Ap)

SAN PAOLO, 11 GIU – Si profila un nuovo sciopero dei lavoratori della metro di San Paolo per domani, in concomitanza con la partita inaugurale dei Mondiali di calcio Brasile-Croazia. Il leader del sindacato di categoria, Altino Prazeres, prima di entrare in assemblea ha detto: ”La nostra posizione e’ di scioperare ma sentiamo cosa dicono i lavoratori”.

A Rio de Janeiro intanto, i dipendenti della metropolitana hanno accettato la proposta di aumento salariale dell’8% e hanno rinunciato allo sciopero che minacciava l’avvio dei mondiali. In un’infuocata assemblea del sindacato Simerj, l’offerta ha ottenuto il voto favorevole con un margine di appena otto voti. Il sindacato chiedeva un aumento di quasi il doppio, il 15%, e si era detto contrario all’accordo.

Resta aperta, però, la vertenza più spinosa, quella di San Paolo, dove i dipendenti della metropolitana hanno concesso una tregua che scade proprio il 12 giugno, quando potrebbero incrociare le braccia durante la cerimonia inaugurale e la partita d’esordio del Brasile contro la Croazia.

La decisione verrà presa in un’assemblea: un tribunale ha dichiarato lo sciopero illegittimo, ma i lavoratori minacciano di riprendere l’agitazione se non saranno reintegrati i 42 colleghi licenziati a causa della protesta. La metropolitana di San Paolo trasporta ogni giorno quattro milioni e mezzo di persone e una sua paralisi getterebbe nel caos il via ai mondiali. Si stima che siano 50mila i tifosi che intendono recarsi allo stadio in metro. Da parte sua, la presidente brasiliana, Dilma Rousseff, ha assicurato in un messaggio tv che il Paese è “pronto” per i mondiali, assicurando che i “pessimisti” sono stati sconfitti dalla determinazione del popolo brasiliano. Quanto alle accuse di spese eccessive, la Rousseff ha ricoradto che le molte infrastrutture realizzate non saranno portate via dai visitatori “nelle loro valigette” e resteranno al Brasile come una preziosa eredità dei mondiali.