Thailandia: i leader religiosi si appellano al dialogo

Pubblicato il 15 Maggio 2010 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

La Thailandia rischia la “guerra civile” e “l’unica strada” da percorrere “è il dialogo: occorre deporre le armi e abbandonare la soluzione violenta della crisi”.

L’arcivescovo di Thare e Nonseng presidente della Conferenza Episcopale della Thailandia, monsignor Louis Chamniern, interviene così sulla crisi in Thailandia e rilancia la “mediazione” dei leader religiosi presenti nel Paese: “Saremmo pronti a scendere in campo e a metterci in gioco per il bene del paese, per evitare che scorra altro sangue”.

I leader delle diverse comunità religiose in Thailandia (buddisti, cristiani e musulmani), che già un mese fa si sono incontrati, esprimendo il comune sostegno a iniziative di dialogo e di riconciliazione – spiega l’arcivescovo all’agenzia Fides – “godono di fiducia, credibilità e stima della popolazione, che oggi potrebbero essere molto utili per risolvere lo stallo”.

“Un intervento dei leader religiosi potrebbe servire a esplorare nuove vie di dialogo e di mediazione, a offrire una soluzione pacifica alla crisi”, ribadisce monsignor Chamniern, spiegando che tra “le parti c’è stata una evidente incomprensione.

Ognuna delle due fazioni non ci sta a perdere e mira a difendere i propri interessi, senza pensare al resto della popolazione thai e al bene comune. Il governo accusa i leader della protesta rossa di essere ‘nemici della Corona’ e ‘traditori della patria’, ma questo non mi sembra vero e sembra – aggiunge – un modo per screditare la protesta agli occhi della nazione. L’esecutivo dovrebbe esercitare maggiore pazienza ed esplorare ancora nuove strade di dialogo e mediazione”.

Intanto continuano le violenze a Bangkok. Le ‘camicie rosse’ si stanno dando ad episodi di vandalismo nel quartiere di Ratchawithi Ding Daeng, distruggendo cartelloni pubblicitari, telefoni e appiccando fuochi. Lo rende noto via Twitter un cronista dell’Ansa sul posto secondo il quale è saltata anche l’illuminazione pubblica.