Tunisia, le proteste infiammano le località turistiche

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 20:31 OLTRE 6 MESI FA

Da La Marsa a Cartagine e Sidi Bou Said, nell’area di Tunisi, fino ad Hammam e a Djerba, sulla costa a sud della capitale, i disordini si sono estesi nelle località turistiche, teatro oggi, 13 gennaio, di saccheggi, incendi e scontri fra manifestanti e forze di sicurezza che stanno creando preoccupazione fra gli operatori turistici.

A Hammamet, resa ancor più celebre dal volontario esilio di Bettino Craxi, gruppi di persone hanno assaltato, saccheggiato e dato alle fiamme un supermercato della catena Magazin General, nella zona della medina. Sono chiusi molti negozi, ristoranti e caffé. Tra la sera del 112 gennaio e il 13, secondo testimonianze di addetti al turismo, decine di ospiti di hotel della zona Yasmine Hammamet – moderna, con un attrezzatissimo porto turistico, con alberghi anche di ottimo livello, con ampie spiagge attrezzate, con discoteche e ristoranti alla moda – hanno interrotto il loro soggiorno per recarsi all’aeroporto di Tunisi e fare ritorno nei rispettivi Paesi.

Gran parte dei ristoranti hanno abbassato le saracinesche, come ad esempio quello, famoso e frequentato anche da molti Vip tunisini, di ‘Franco il romagnolo’. Situazione tesa anche a La Marsa e Sidi Bou Said, due delle località turistiche più note nelle quali vivono anche molti italiani.

A La Marsa e a Sidi Bou Said, i grossi supermercati e gran parte dei negozi sono chiusi e comunque protetti dalla polizia antisommossa. Poca la gente per le strade, praticamente assenti i turisti. Il problema vero – per il settore turistico – non sono le defezioni in questo periodo di bassa stagione, con prezzi ”tutto compreso” ridotti al minimo.

Il problema è l’impatto che avrà sul turismo di massa, quello della stagione tarda primavera-estate. Un turismo che già la scorsa stagione non ha risposto alle aspettative del settore, sia per via della crisi finanziaria a livello mondiale, sia per la concorrenza di altri Paesi.

L’impatto della crisi di questi giorni non riguarda solo le località balneari o quelle alle porte del deserto del Sahara (qui da ottobre a marzo è alta stagione) come Tozeur, Douz, Tataouine, ma tutto l’indotto del turismo. Il turismo sahariano è anche fonte di guadagno per centinaia di cammellieri e di conducenti di vetture fuoristrada, che consentono al turista escursioni di vario genere nel deserto. I turisti sono la loro unica fonte di reddito, seppur molto ridotto.

Negli ultimi giorni dello scorso anno, il ministro del Turismo, Slim Tatli, aveva avuto una serie di incontri con gli operatori ed i tecnici del settore al fine di trovare i modi, nel più breve tempo possibile, per risalire la china. Una scalata resa ancora più dura dagli avvenimenti di questi giorni.

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