Vacanze alle Maldive? Evitate, c’è stato di emergenza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2015 - 16:50 OLTRE 6 MESI FA
Vacanze alle Maldive? Evitate, c'è stato di emergenza

Vacanze alle Maldive? Evitate, c’è stato di emergenza (Foto LaPresse)

MALE’ – Evitate i viaggi alle Maldive fino a nuovo ordine. Questo il consiglio della Farnesina, che ha invitato gli italiani a posticipare i viaggi alle Maldive, dove è in corso lo stato di emergenza dopo l’arresto del vicepresidente Ahmed Adeeb. Il presidente delle Maldive il 5 novembre ha dichiarato lo stato di emergenza per i prossimi 30 giorni e nonostante il governo sostenga che non ci siano pericoli per i turisti, la Farnesina sconsiglia agli italiani in partenza di procedere coi viaggi.

Le Maldive sono sicuramente una meta affascinante, per le spiagge bianche e l’acqua cristallina. Un vero e proprio paradiso tropicale dove rilassarsi e godere della natura, ma scosso dalle crisi di governo. Il Corriere della Sera spiega che il sito Viaggiare Sicuri di posticipare temporaneamente i viaggi nella capitale Malè e in altre isole al di fuori di quelle che ospitano i resort:

“L’avvertimento del governo è legato alla (nuova) crisi politica che minaccia le Maldive. La decisione di proclamare lo stato di emergenza per 30 giorni, decisa dal presidente Abdulla Yameen per motivi di sicurezza nazionale, arriva alla vigilia di una manifestazione dell’Opposizione a favore dell’ex presidente Mohamed Nasheed, il «Mandela delle Maldive» arrestato lo scorso marzo dopo essere stato esautorato dal potere in un sospetto golpe. La misura draconiana, che implica la sospensione di alcune libertà e maggiori poteri alla polizia, è stata presa dopo il ritrovamento di una grande quantità di esplosivi la scorsa settimana e la scoperta di un complotto per rovesciare il governo. Lunedì, inoltre, le autorità avevano riferito di aver disinnescato una bomba nei pressi del palazzo presidenziale. «Il presidente Yameen – ha twittato il suo portavoce Muaz Ali – ha dichiarato lo stato di emergenza per assicurare la sicurezza dei cittadini».

Nonostante i timori per la sicurezza, il governo maldiviano sostiene che i turisti non hano nulla di cui preoccuparsi, come ribadito dal ministro degli Esteri delle Maldive Dunya Maumoon in un comunicato:

“«la decisione di oggi – spiega – è stata presa dal governo come misura precauzionale alla luce di una serie di minacce alla sicurezza nazionale che sono emerse la scorsa settimana». Il ministro assicura che «i resort e gli atolli non sono interessati da questa allerta e non abbiamo alcuna prova che siano in pericolo. Le Maldive sono quindi sicure per gli stranieri». Per giungere in qualsiasi isola delle Maldive però è, in genere, necessario arrivare all’aeroporto della capitale Malé”.

La tensione è alta nel paese, soprattutto dopo l’arresto del viepresidente Adeeb, accusato di essere coinvolto nell’esplosione di una bomba sul motoscafo presidenziale lo scorso 28 settembre. Adeeb è così il terzo vicepresidente che viene messo in stato di accusa:

“Nonostante le indagini condotte da investigatori americani dell’Fbi non abbiano trovato alcun indizio su una presunta bomba, il governo di Malé insiste con la tesi che l’incidente è stato un attentato esplosivo contro il presidente. Il principale partito dell’Opposizione, il Maldivian Democratic Party (Mdp) aveva previsto per dopodomani una dimostrazione di protesta in solidarietà con l’ex presidente Nasheed, condannato a 13 anni di carcere per l’arresto di un giudice nel 2012.

Contro la carcerazione di Nasheed gli Stati Uniti hanno ripetuto un appello affinché finiscano le detenzioni illegali e le persecuzioni politiche. In un comunicato, il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, John Kirby, chiede che sia revocato lo stato di emergenza proclamato nelle isole. Gli Usa, si legge nel documento, «sono profondamente preoccupati dai recenti avvenimenti nelle Maldive, tra cui l’annuncio dello stato di emergenza che sospende le libertà civili e i diritti fondamentali, come la libertà di associazione e di movimento, oltre a privare i cittadini di garanzie contro la detenzione arbitraria e le violazioni della privacy»”.