Corte dei Conti: “Dismissioni? In alcuni casi rischio svendite”

Pubblicato il 20 Giugno 2012 - 13:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 20 GIU – ''L'andamento riflessivo del mercato immobiliare'' pesa sulla dismissione degli immobili degli enti previdenziali. Dopo il negativo esito dell'operazione di cartolarizzazione Scip2 ''le dismissioni procedono con molta' difficolta''' e in alcuni casi il rischio e' quello di ''svendite''. Lo ha evidenziato la Corte dei Conti.

La Corte dei Conti ha fatto il punto sulla situazione patrimoniale degli enti di previdenza (pubblici e privati) nel corso di un'audizione alla Commissione parlamentare di vigilanza sugli enti previdenziali.

La sostanziale interruzione della seconda operazione di cartolarizzazione (Scip 2) ha di fatto 'retrocesso' migliaia di immobili agli enti di provenienza. Per la sola Inps – ha fatto presente la delegazione della Corte dei Conti in audizione, guidata dal presidente aggiunto Raffaele Squitieri – da Scip1 sono tornati indietro 542 immobili e da Scip2 10.000. Sono intervenuti i fondi immobiliari ma ora per le dismissioni occorrera' prendere in considerazione le nuove indicazioni normative, dal Salva-Italia fino al recentissimo provvedimento adottato dal consiglio dei ministri.

Ma i problemi sono diversi: ''l'andamento riflessivo del mercato immobiliare, la situazione degli occupanti senza titolo e l'individuazione delle modalita' di vendita degli immobili retrocessi'' dalle precedenti cartolarizzazioni.

Per l'ex Inpdap, che deteneva il 46% degli immobili degli enti previdenziali pubblici, sono tornati indietro da Scip2 12.000 immobili e ''in tre anni, dal primo marzo 2009 al 31 dicembre 2011 – hanno riferito i rappresentanti della Corte – ne sono stati venduti 1.200'', appena il 10% con un ricavo di 93 milioni di euro.

Per l'Inail gli immobili iscritti a bilancio nel 2011 valgono 2,818 miliardi. Un patrimonio di tutto rispetto ma ''la dismissione procede con molta difficolta''', evidenzia la Corte. Il crollo del mercato immobiliare fa la sua parte ma c'e' anche il problema degli alloggi di pregio occupati e delle cause in corso tra ente e inquilini. ''Ci sono cespiti non utilizzati anche da dieci anni – ha riferito in Parlamento la Corte dei Conti – di grande valore ma la cui vendita e' difficile. Anzi il rischio e' quello di una svendita per un patrimonio che invece per l'istituto e' inestimabile''.

C'e' poi il mondo delle casse privatizzate che dispongono complessivamente di un patrimonio di 45,2 miliardi di euro, 8 miliardi in investimenti immobiliari e 37,1 in investimenti mobiliari. ''La tendenza e' una progressiva riduzione degli investimenti immobiliari e lo slittamento dalla gestione diretta alla gestione attraverso i fondi. Se questo per alcuni versi e' condivisibile – ha fatto presente Squitieri – il patrimonio diventa piu' difficilmente controllabile e il rischio e' che il fenomeno venga perso di vista''.