Donne, impresa, pandemia. Evelina Pensa Dapueto: “Sappiamo come cavalcare la tigre, guerre, terrorismo, malattie”

di Orietta Malvisi Moretti
Pubblicato il 9 Maggio 2021 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA
Donne, impresa, pandemia. Evelina Pensa Dapueto: "Sappiamo come cavalcare la tigre, guerre, terrorismo, malattie". Nella foto Evelina Pensa Dapueto

Donne, impresa, pandemia. Evelina Pensa Dapueto: “Sappiamo come cavalcare la tigre, guerre, terrorismo, malattie”. Nella foto Evelina Pensa Dapueto

Donne, impresa, pandemia. Evelina Pensa Dapueto: come cavalcare la tigre. Vive a Torino da oltre 50 anni, arrivata per matrimonio con un talentuoso e ventiseienne ingegnere. Con la sua  famiglia d’origine ha vissuto in Africa e viaggiato per l’Oceano Indiano fino in Australia.

Laureata e specializzata all’Ospedale Gaslini di Genova, non le interessava la psicologia dell’età evolutiva. A Torino nel 1973 entra nell’area Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni.

Era l’unica donna. Giovane tenace e disinvolta, ci racconta che spesso la scambiavano  per la segretaria dello psicologo.

Ha fatto parte del gruppo di professionisti che per 18 anni si è battuto per l’istituzione dell’Ordine degli Psicologi, febbraio 1989.

Ha sempre lavorato per  Aziende, la più parte imprenditoriali. È nel vertice di Ricerche di Manager, Clima d’Azienda, Coaching, Valutazione della Personalità e del Potenziale, ecc. Dal 1977 insieme con il marito costituisce  la Società di Organizzazione SOART, che sviluppa Sistemi Informativi dedicati, Controlling, Marketing, Human Resorces.

I figli continuano il loro percorso: Ginevra segue  Software e Controlling. Edoardo Marketing industriale e Psicologia del lavoro. Anche Evelina fa parte di AIDDA dal 1988. Membro di Associazioni Internazionali di Psicologi, ha partecipato a molti Convegni in Europa, con proprie relazioni, pubblicate in Atti e su manuali americani. Nel 2015 è  stata invitata alla Prima Edizione del W20 a Istanbul. “Rappresentavo  AIDDA che è gioia, crescita, ripresa, anche conflitto, ma si è Aiddine per sempre”, conclude.

Donne come imprenditrici multitasking

Quali sono le esperienze più significative riguardo le imprenditrici multitasking che stanno affrontando oggi questi momenti di grave crisi economica e sociale?, le chiediamo.

Essere imprenditrici è un plus. Essere  pronte e disponibili sui molti fronti anche di criticità è un plus se vogliamo essere sessisti, delle donne. E’ la nostra storia, facciamo i bambini e curiamo la casa, l’orto, la fabbrica. Studiamo di giorno e lavoriamo di notte. Se si ammala un bambino la scuola chiama il primo numero sulla lista, quasi sempre Mamma. Se un genitore è allo stremo, si dice, meno male che ha una figlia femmina, la migliore assicurazione per la vecchiaia.

Per la donna d’impresa il mondo stressato è ancora più stringente, nel chiedere e pretendere; nel dipendere dal consenso femminile, nell’attesa di idee nuove.

Donne come imprenditrici sapiens

Multitasking è parola desueta da almeno dieci anni. Meglio dire: Imprenditrice Sapiens, come persona votata al moderno, all’attuale, sensibile alle perturbazioni del futuro. E anche operativa, degna di atti concreti, senza perdere il senso del buono, del bello, della sofferenza occasionale.

Più di questo non si può pretendere, ma ecco che la pandemia impazza ovunque, senza ritegno senza effettive migliorie (v. in  India e in Brasile. E in Africa?). E tutti si chiedono cosa fa la donna, l’imprenditrice, la collettività femminile? Le donne ultra quarantenni hanno visto molto.

Le ultra sessanta, hanno visto anche troppo. Terrorismo, crisi dei valori basici, famiglie fragili, e lavoro ondivago. Nessuno dà risposte credibili: pandemia + crisi economica = débacle globale. Le aziende da sempre sono il crogiuolo di riconoscimento dello spirito sociale, dell’iniziativa delle persone, dell’anima delle Imprenditrici.

Anima come quid intellettuale morale forse spirituale. Quello che in ciascuna è identitario e non  sempre conosciamo bene, non sempre utilizziamo al meglio. Questa complessità storica vede le imprenditrici come coloro che “prendono sopra di sé” persone eventi problemi patrimoni. E ancora speranze, progetti futuro….

Ognuna di noi nella pandemia+ crisi+ stress, riflette “ho fatto quel che ho potuto”. Come disse Willy Brandt, Cancelliere della riunificazione della Germania, Premio Nobel per la Pace 1971, inginocchiato a Varsavia, Memoriale della Shoah.

Riflessioni per chi non riesce più a “cavalcare la tigre” della pandemia.        

  Cavalcare la Tigre significa identificare la Tigre, ad es. quella che è dentro di noi. Vale a dire, ansia inquietudine incertezza senso dell’inadeguato, emozioni troppo violente o troppo esili, ecc. Situazioni che tutti viviamo a vario titolo ed effetto, durante la vita. In quanto siamo esseri in movimento, reattivi o passivi, sempre in divenire, indipendentemente dai risultati, dalle sofferenze, dalle conquiste.

Impariamo da piccole a volgere a nostro favore le situazioni ambigue. Non sono preparata ma a scuola me la cavo. L’amica mi sfugge e ne cerco un’altra. Il compagno della vita non è perfetto. La salute mi tradisce, i figli… altro item!

Nel lavoro le Tigri sono sempre con noi, se le riconosciamo le teniamo d’occhio, se ci scoprono all’improvviso potremmo  diventare il loro banchetto.

Ma il messaggio è se siamo qui, significa che non ci siamo per caso. E le energie, la buona volontà, i talenti, i mezzi materiali e immateriali che posseggo, mi serviranno. Per acciuffare qualsiasi Tigre per la collottola, dirle a cuccia, e far finta di niente. Comite Fortuna!

Previsioni per il futuro.

Pre- vedere- Futuro! Un sogno, una gioia, una follia. Se le nostre mamme o nonne sono uscite dalla guerra… Se noi abbiamo saltato la corda del terrorismo… Delle crisi  ricorrenti individuali e sociali. Vuol dire che il Futuro lo conosciamo.

Ma è credibile questa confidenza se  Futuro è anche sinonimo di ignoto, imprevisto, oscuro?  Come imprenditrici crediamo che il Futuro ci appartenga. Facciamo budget, assumiamo persone, andiamo in lontani Continenti a costruire fabbriche, ci preoccupiamo  per  la continuità dell’impresa.

Guardiamo oltre, sempre oltre. Previsioni piccole per lunghi periodi. O previsioni grandi a brevissimo termine. Il Futuro non lo possediamo e come ogni incognita dà inquietudine, ansia, per le nostre aziende diciamo. Pianificazione organizzazione scouting controllo restart. Lavoro sul presente in modo oculato e concreto, perché il futuro non sia troppo minaccioso. Tutti gli strumenti devono essere allertati conosciuti affinati, posti in essere nei modi giusti con le risorse necessarie e le competenze appropriate.

Il lavoro di tutti i giorni dell’imprenditrice, un occhio più lungo quando i tempi sono corti, la realtà ultra speed e noi stesse ci chiediamo “cosa sto facendo??”.

Al top mettiamo la buona volontà la salute la famiglia il denaro, l’energia, ma anche creatività, fantasia, discontinuità. Abbiamo imparato a camminare sul filo, bene, ora Gooooo.