Meno Irpef in busta paga: 40 euro da luglio. Per chi? E poi? Il legno storto delle tasse

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 14 Gennaio 2020 - 09:28 OLTRE 6 MESI FA
Meno Irpef in busta paga: 40 euro da luglio per dipendenti e pensionati. Per chi? E poi? Il legno storto delle tasse

Meno Irpef in busta paga: 40 euro da luglio. Per chi? E poi? Il legno storto delle tasse (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Meno Irpef in busta paga perché di Irpef per i lavoratori dipendenti (e pensionati) ce n’è troppa e troppo pesante. Lo si sa, è più che evidente da molti anni e da…molti governi. Ogni governo annuncia che metterà mano all’Irpef per alleggerirla almeno un po’ appunto per i lavoratori dipendenti, per quelli a stipendio e non a parcella o fattura. E ogni governo di fatto rinuncia, si ferma, non ce la fa.

Anche questo di governo è ai piedi della montagna Irpef. Con la legge di Bilancio ha fatto il primo passo della lunga scalata: 3 miliardi per limare il cosiddetto cuneo fiscale, in parole povere la differenza tra lordo e netto un busta paga. Tre miliardi su base annua facevano circa 20 euro al mese in più di netto in busta paga, poca roba. Quindi si è deciso di spalmare i tre miliardi su fetta temporale più ristretta: sei mesi. Fa circa 40 euro netti in più in busta paga. Da luglio 2020 appunto.

Ma 40 euro in più in busta paga per chi? Questo è ancora da decidere e, manco a dirlo, i quattro della maggioranza di governo non sono d’accordo tra loro. Meno Irpef in busta paga per i redditi fino a 30/35 mila euro annui o anche oltre, arrivando a 40/45 mila? Non è solo questione di risorse (ovviamente allargare la platea dei beneficiari costa di più). E’ questione squisitamente politica.

Quale? Eccola: chi sono i tartassati veri dalle tasse? I redditi bassi? Per quanto riguarda l’Irpef proprio no. La metà dei contribuenti italiani, 24,3 milioni, dichiara redditi annui non superiori a 20 mila euro. E quindi paga solo il 12% circa dell’Irpef complessiva. Anche a voler prendere per buone e veritiere 24, 3 milioni di dichiarazioni dei redditi sotto i 2o mila (e non lo sono), il dato è che i redditi bassi non sono gravati di eccessiva Irpef.

Quel che invece accade ai redditi dichiarati immediatamente superiori: tra i 40 e i 50 mila annui la pressione dell’Irpef diventa massiccia quanto si può supporre debba essere su condizione reddituale da più che benestanti. Invece a quarantamila lordi annui in busta paga non si è ricchi.

Quindi a chi tagliare il cosiddetto cuneo fiscale? E poi, esauriti in fretta i tre miliardi a disposizione per il 2020, che si fa? Per il 2021 i miliardi destinati al taglio  Irpef dovrebbero essere cinque. Cinque diviso dodici mesi fa ancora meno che tre miliardi diviso sei mesi. Quindi, se davvero si vuole abbassare l’Irpef la domanda è non solo per chi ma anche con quali soldi.

Si racconta di una idea di Conte premier di accorpare le prime due aliquote Irpef in unica aliquota del 20 per cento. Costo 20 miliardi. Diciamo quindi ne mancano una quindicina. Si potrebbero prendere dalla miniera dei favori fiscali che lo Stato fa a categorie  e corporazioni varie, gli sconti, le agevolazioni, i regimi speciali. Sono tra i 100 e i 150 miliardi. Ma trovare soldi lì è tanto giusto quanto impossibile, almeno per la politica italiana. Significa affrontare rivolte, perdere voti. E per la politica italiana nessuna causa è così giusta da valere voti in meno.

Allora per tagliare davvero l’Irpef in busta paga nei prossimi tre anni si potrebbero prendere parte dei soldi buttati nel Reddito di Cittadinanza e in Quota 100. Ma M5S considera sacrilego toccare il Reddito Cittadinanza e il Pd in nuovo amore con la Cgil progetta di aumentare la spesa per pensioni, anche dovesse cessare lo spreco di Quota 100.

Il legno storto delle tasse in Italia è tanto storto che l’Irpef, la tassa più grande, la paghino di fatto soprattutto i redditi medi e solo i redditi sottoposti alla ritenuta alla fonte. Per raddrizzare davvero questo legno ci vorrebbero io coraggio e la forza di spezzare rami e tagliare fronde. Coraggio e forza che nessuno ha.