Sblocca debiti P.A. L’86% dei soldi anticipati dalla CdP finisce al Sud

Pubblicato il 28 Maggio 2013 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA
Sblocca debiti P.A. 86% delle risorse Cdp al Sud

Sblocca debiti P.A. 86% delle risorse Cdp al Sud

ROMA – I soldi stanziati dal governo per pagare i debiti delle Pubbliche Amministrazioni finiscono  tutti o quasi al sud. Lo scrive il Sole 24 Ore e lo conferma Libero. Le cifre, in effetti, sembrano dare ragione ai due quotidiani.

Per ora, infatti, l’86% dei fondi stanziati dalla Cassa depositi e prestiti hanno preso la via del Mezzogiorno d’Italia. A fare la voce grossa sono soprattutto Napoli, la Campania il Lazio e la Calabria. Scrive Gianni Trovati sul  Sole:

L’86,4% di queste risorse ha preso la via delle regioni del Centro-Sud, con una netta supremazia “conquistata” dai Comuni della Campania, che si sono accaparrati un terzo dei fondi disponibili (588 milioni su 1,76 miliardi), seguiti dal Lazio (20%) e dalla Calabria (14%). A spiegare il primato della Campania è il dato del solo Comune di Napoli, che aveva bussato alle porte della Cassa depositi e prestiti per ottenere una maxi-anticipazione da 949 milioni di euro, cioè quasi la metà dei 2 miliardi messi sul piatto per tutti i Comuni italiani. Tra le richieste over-size si può segnalare poi quella presentata dai commissari che guidano Reggio Calabria, e che ambivano a 300 milioni (187,5 concessi). Ma ovviamente i conti difficili della finanza locale non si concentrano solo al Sud: Roma ha chiesto 557,6 milioni e se n’è visti riconoscere 348,5, Torino 381,8 e ha ottenuto un’assegnazione da 238,6, mentre Milano non figura negli elenchi dei municipi che si sono rivolti alla Cassa.

Come ogni cura, anche quella a suon di anticipazioni si concentra ovviamente dove ci sono i problemi maggiori. C’è il fatto, però, che Napoli, Reggio Calabria e molti altri Comuni soprattutto meridionali si sono appena imbarcati sulla scialuppa del «pre-dissesto», cioè il fondo rotativo varato dallo Stato per salvare le amministrazioni dal default. Anche in questo caso la filosofia è analoga, e si concretizza in anticipazioni da parte dello Stato da ripagare negli anni successivi, perché nella nostra finanza pubblica in difficoltà non esistono pasti gratis.

La distribuzione geografica degli anticipi non è sfuggita né al quotidiano Libero né alla Lega Nord che è tornata a insistere sul cavallo di battaglia delle ultime elezioni politiche, ovvero quello del trattenere in regione il 75% delle tasse versate. Libero in particolare nota il paradosso. Il sistema degli anticipi finisce per premiare le regioni meno virtuose nella gestione dei conti:

Gli anticipi sono infatti destinati agli enti locali dove la quota dei debiti supera la liquidità di cassa, con una priorità per le amministrazioni che devono saldare le fatture più vecchie. Il risultato, però, è paradossale. Con queste modalità di erogazione, infatti, le amministrazioni meno virtuose si trovano nella condizione di poter soddisfare le richieste delle imprese in maniera più rapida di quegli enti locali che hanno invece fatto più attenzione ai conti e agli impegni verso i fornitori dei servizi. Le discrepanze appaiono evidenti già a livello complessivo dove a Lazio e Campania vengono assegnate rispettivamente il 18,2% e il 16,9% delle risorse previste dal decreto rispetto al 7,7% della Lombardia, l’11,1% del Piemonte e l’8,15 del Veneto.