Bersani, Monti, Berlusconi giocano al Senato: al tresette col voto a quota 158

Pubblicato il 9 Gennaio 2013 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA
Senato, a quota 158 sta Bersani sta: con Vendola, con Monti, con tutti e due

ROMA – Al Senato l’obiettivo maggioranza assoluta si raggiunge a quota 158 seggi. La coalizione di centrosinistra guidata da Bersani, sulla base degli attuali rilevamenti, è ragionevolmente l’unica candidata a raggiungere quota 158, l’unica che può dare autonomia alla coalizione per la formazione di un governo (stante che alla Camera il premio di maggioranza già consenta la vittoria al primo che taglia il traguardo dei voti). In questo scenario, decisivi saranno i duelli nelle regioni ancora contendibili (Lombardia, la più importante in termini numerici, Sicilia, Campania e Veneto): al Senato, infatti, il premio di maggioranza è assegnato regione per regione (17) .

Le simulazioni offerte dall’osservatorio politico dello specialista Roberto D’Alimonte (il Cise, di cui il Sole 24 Ore ospita le analisi elettorali) consentono di delineare le ipotesi in cui Bersani può guidare l’esecutivo a seconda delle affermazioni (o delle sconfitte) nelle regioni chiave e ipotizzando governi di coalizione solo con Sel di Vendola (cui i sondaggi attribuiscono una ventina di seggi), solo con Monti (40 seggi e in caso naufragasse l’accordo con Vendola) o con entrambi nel caso in cui il recupero di Berlusconi costringesse Bersani a ricorrere a entrambi.

Il complicato gioco di simulazioni statistiche offre 10 casi che, a  seconda della distribuzione dei seggi al Senato, la coalizione Bersani deve affrontare “politicamente”. L’unica di queste 10 eventualità in cui non basterebbe alla coalizione Bersani il soccorso di Monti è un Berlusconi vincente in tutte e quattro le regioni in bilico: Bersani (112 voti) più Monti (41 voti) non raggiungerebbero quota 158, ma anche il Cavaliere primo si attesterebbe non oltre i 126 voti (e dovrebbe strappare alla sinistra altre 4 regioni). Ipotesi davvero limite.

Ci si concentra allora sulle altre. Non vincendo solo in Sicilia oppure solo in Lombardia il centrosinistra (Bersani + Sel) è autosufficiente in entrambi i rami del Parlamento.  La storia cambia se la colazione vince solo in due  o anche in una sola delle regioni chiave: in questo caso, anche senza l’apporto di Vendola, Bersani può raggiungere e superare quota 158 ma con il contributo determinante di Monti. Nel caso la coalizione perdesse tutte e quattro le regioni chiave, a Bersani servirebbe l’apporto congiunto Monti-Vendola, perché solo con Monti quota 158 sarebbe una chimera. Aritmeticamente possibile, politicamente non percorribile.