Spread giù, Borse su. Sindacati e Confindustria in ordine sparso

Pubblicato il 1 Febbraio 2012 - 16:41 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Spread in discesa e Borsa di Milano in rialzo. I mercati brindano, insomma, ma sindacati e Confindustria si preparano alla partita con Elsa Fornero sulla riforma del lavoro senza un accordo. Giovedì, al vertice, si presenteranno con posizioni lontane e senza un documento comune su cui lavorare.

Così, nella giornata di mercoledì 1 febbraio, il differenziale tra i btp italiani e i bund tedeschi si attesta attorno ai 387 punti, in decisa discesa rispetto ai 421 dell’apertura di giornata. Scende ovviamente anche il differenziale che torna sensibilmente sotto il 6%.

Segnali positivi, per i mercati, immediatamente tradotti in un segno più dalla Borsa di Milano che viaggia con una positività attorno al 2,5%, meglio di tutte le altre Borse europee, comunque positive.

Bene, soprattutto, i titoli bancari con Monte dei paschi di Siena che guadagna quasi il 9%. Il Banco Popolare guadagna l’8%, Mediobanca il 6,5%. Intesa Sanpaolo e Unicredit, avanzano rispettivamente del 5% e del 4%. Piazza Cordusio ha chiuso dopo poche ore l’offerta dei diritti non esercitati dell’aumento di capitale da 7,5 miliardi: 4,6 milioni di opzioni andate a ruba.

Sindacati e Confindustria divisi alla meta. L’andamento dei mercati, però, non migliorano l’umore dei sindacati che escono con un nulla di fatto dal vertice odierno con Confindustria. Vertice, questo, inteso come preparatorio all’incontro con il ministro del lavoro Elsa Fornero. Di certo, per ora, c’è che sindacati e industriali, giovedì arriveranno divisi e in ordine sparso.

Come previsto, infatti, il lungo incontro non ha prodotto accordi e neppure un documento comune.  Non riuscendo ad andare d’accordo Emma Marcegaglia abbassa il livello della pretesa e si accontenta di aver parlato a lungo: “Abbiamo scambiato molte idee ma non abbiamo una posizione condivisa e non sappiamo se sarà possibile arrivarci. Il confronto è stato comunque molto utile”.

L’oggetto di tensioni e divisioni, come da pronostico, rimane l’articolo 18. Anche oggi Raffaele Bonanni ha ripetuto il ritornello di queste ultime settimane, quel “non si tratta” cui Fornero ha già risposto più volte spostando il confronto anche su altri temi.  La paura di Bonanni, neppure troppo taciuta, è che alla fine Confindustria possa essere sedotta da proposte del governo che prevedano un allentamento dell’articolo 18 per alcune figure professionali.  E l’assenza di un “documento comune” fa pensare che, in fondo, Confindustria si presenterà all’incontro di giovedì con una disposizione all’ascolto certamente più flessibile. Anche in materia di articolo 18.