Redditometro nato, redditometro è morto: il condono lo ammazza in culla

Pubblicato il 25 Ottobre 2011 - 17:35| Aggiornato il 26 Ottobre 2011 OLTRE 6 MESI FA

(Lapresse)

ROMA – Arriva il redditometro, ma in dirittura d’arrivo c’è anche il condono, o concordato fiscale che è il suo nome d’arte, che il redditometro lo uccide in culla: è la schizofrenia al governo, al governo delle tasse.  Governo che da una parte ti spaventa con il redditometro: “Dichiara di più, ti controlliamo le spese e il fisco ti viene a stanare”. Dall’altra ti rassicura: “Continua a dichiarare poco o nulla, anche se spendi molto più di quanto dichiari. Se ti becchiamo, tanto poi ti condoniamo”. Una schizofrenia che premia gli evasori fiscali e continua a punire chi è in regola con le tasse.

Il redditometro, novità annunciata da tempo, vuole essere l’arma più efficace dell’Agenzia dell’Entrate contro l’evasione fiscale. E’ uno strumento attraverso il quale si induce a dichiarare di più il contribuente verificando il suo tenore di vita attraverso una griglia di parametri. Se da questa griglia emerge che si spende 100 ma si denuncia al Fisco 30, scattano gli accertamenti.

In pratica il redditometro si servirà di un software capace di stimare il reddito di un contribuente incrociando una serie di dati: dal luogo di residenza ai componenti del nucleo familiare, fino alle spese. Il sistema conta circa cento voci significative di spesa, divise per macrocategorie applicate a una serie di tipi di famiglia. Ci sono le auto, le barche, gli immobili, l’iscrizione ai circoli, i viaggi. C’è il divano ma anche il cellulare, la casa di abitazione e il caravan, l’iscrizione alla palestra ma anche all’università, per arrivare alle spese per veterinario al cavallo, al pezzo di antiquariato o all’iscrizione al circolo sportivo. E poi asili, spese per colf e pay tv. La capacità di spesa del contribuente è scandagliata a 360 gradi, dai gioielli fino alle donazioni in denaro a favore di Onlus.

Il redditometro sarà uno scandaglio più fedele del reddito reale dei contribuenti, e avrà tanto da scandagliare: l’evasione dell’Iva, per esempio, vale quasi 29 miliardi di euro l’anno. I gioiellieri dichiarano un reddito medio di 13,400 euro lordi. La maggior parte dei dentisti denunciano meno di 50 mila euro, sempre lordi. I titolari di ristoranti e pizzerie? In media 8.300 euro.

Uno scandaglio che però potrebbe essere reso inutilizzabile se il governo farà quello che la bozza del decreto sviluppo “prometteva”: varare altri dodici condoni per fare cassa. Condoni, gli ennesimi, che portano soldi (una tantum) e voti (tanti), ma che ammazzerebbero in culla il redditometro e azzopperebbero la lotta all’evasione fiscale, che solo nel 2011 porterà almeno 11 miliardi di euro nelle affamate casse dello Stato italiano.