Welfare siciliano: a Zorro cavallo pubblico vitalizio-pensione 2300 euro

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 2 Maggio 2012 - 15:13 OLTRE 6 MESI FA

Raffaele Lombardo col cavallo Zorro

PALERMO –Periodo, lasso di tempo in cui si è prestato lavoro? Pochino, comunque non documentato. Contributi versati? Nessuno. Età anagrafica? Imprecisata ma comunque non oltre i dieci anni, anzi probabilmente meno. Pensione percepita? Circa duemila trecento euro al mese netti, di pubblico denaro, denaro della Regione Sicilia. E se pensione vi sembra parola grossa, chiamatelo vitalizio, se non è zuppa è pan bagnato. Alla faccia degli esodati, dei pensionati che tirano avanti con 500 o meno euro al mese e di chi ha visto il traguardo pensionistico allontanarsi di qualche anno dopo l’ultima riforma: c’è chi in pensione c’è andato senza nemmeno un giorno di lavoro alle spalle e con una prebenda di ben 2300 euro al mese. Succede in Sicilia e il fortunato pensionato è stato “raccomandato” niente  meno che dal governatore della regione Raffaele Lombardo. La solita storia di mala politica e di favori fatti agli amici a carico dei contribuenti si potrebbe pensare. Sì e no, perché il protagonista di questa storia è un cavallo. Niente amici quindi, ma spreco dei soldi pubblici assolutamente sì.

Zorro, questo il nome non molto originale dell’equino pensionato, era stato donato lo scorso dicembre da Lombardo, ovviamente con contorno di fotografi e flash, al centro per medullolesi “Villa delle Ginestre” come regalo di Natale per i piccoli malati, che avrebbero potuto così beneficiare dell’ippoterapia. Discorso, applausi, foto e strette di mano di rito. Peccato che a quattro mesi dal generoso cadeau nessuno dei piccoli pazienti ospitati dalla struttura abbia potuto godere delle cure di Zorro. Questo perché, come racconta La Stampa, il servizio di riabilitazione non è mai partito, il personale non è mai stato formato e manca la sella speciale per l’ippoterapia.

Così Zorro è stato parcheggiato, a spese della Asl chiaramente, cioè dei contribuenti siciliani. Per i primi tre mesi i dirigenti della casa di cura si sono arrangiati, provvedendo loro direttamente al mantenimento e alla gestione del “dono”: costo 70 euro al mese per balle di fieno e mangime. Fin qui enorme beffa, soprattutto per i pazienti, ma danno economico limitato. Al massimo si può sorridere immaginando la scena surreale di Zorro a spasso per i giardini della clinica inseguito da infermieri adattati al ruolo di stallieri, ma tra i tanti sprechi che la regione Sicilia può vantare certo quei 70 euro al mese non si sarebbero nemmeno notati.

La gestione del cavallo è però cosa complessa ed è anche inutile tenerlo in un centro per l’ippoterapia dove non si fa ippoterapia. Ormai il cavallo c’è e meglio quindi destinarlo a qualcosa di utile avranno pensato coloro che l’avevano in carico decidendo di affidarlo ad un centro per la ricerca zootecnica. Mal gliene incolse però, perché la nuova destinazione si è rivelata immediatamente un pozzo senza fondo. Dai 70 euro si è passati senza colpo ferire a 2300 euro al mese per la gestione di Zorro. Cibi raffinati e strutture lussuose? Niente affatto, Zorro mangia assolutamente le stesse cose, ma i dipendenti del centro di ricerca devono essere stipendiati…

Il grosso della spesa è destinato infatti agli stipendi e ai contributi del personale che se ne occupa. Quattro persone che fanno compagnia a Zorro dalle 7.00 alle 9.00 e dalle 15.00 alle 17.00. Lo spazzolano, lo rinfrescano, gli danno da mangiare e magari gli fanno fare anche una bella passeggiata. Il caso di Zorro non dovrebbe però sorprendere perché l’istituto che lo ha preso in carico, manco a dirlo, è un carrozzone regionale che dovrebbe occuparsi del miglioramento delle razze siciliane di pecore, capre e mucche, ma che in realtà spende il 95% del suo bilancio annuale di tre milioni di euro per pagare gli stipendi di presidente, direttore e dei 40 dipendenti in gran parte precari stabilizzati negli anni “cuffariani”, cioè del governo del predecessore di Lombardo, appunto Totò Cuffaro.