Genova, vigilia di elezioni sotto la bandiera di san Giorgio, all’insegna dei tram e dei miliardi del pnrr

Vigilia di elezioni amministrative a Genova. Il sindaco Bucci fa sventolare la bandiera di san Giorgio, la sinistra vuole ii tram, tutti voglioni i miliardi del pnrr

di Franco Manzitti
Pubblicato il 27 Marzo 2022 - 07:31 OLTRE 6 MESI FA
Genova, vigilia di elezioni sotto la bandiera di san Giorgio, all'insegna dei tram e dei miliardi del pnrr

Genova, vigilia di elezioni sotto la bandiera di san Giorgio, all’insegna dei tram e dei miliardi del pnrr

Genova si chiede se questa è una campagna elettorale per decidere come sarà la ex Superba nei prossimi anni.

Va bene: la campagna non è ancora cominciata. E neppure sappiamo quando si andrà a votare per Genova in tempi così duri come questi. Con una pandemia che non finisce. E i venti di guerra che ci spaventano e cambiano ogni nostro confine.

Ma in realtà lo scenario genovese è già occupato da tutte le manovre elettorali. E non solo dalla scontata discesa in campo del sindaco uscente Marco Bucci. Che quando mai era uscito da quel ruolo. Del suo concorrente numero uno, l’avvocato Ariel Dello Strologo, alla fine scelto dal fronte della sinistra-centro con qualche distinguo. Poi del senatore Mattia Crucioli, ex 5Stelle, oggi leader di una ennesima Alternativa. Di Antonella Marras, candidata per la Sinistra più radicale e di chi altro verrà.

Incominciano ad essere pubblicati i primi sondaggi, per il valore che hanno. Con Bucci in campo da sempre e i suoi concorrenti che si sono appena affacciati.

Ma quello che preoccupa di più è il clima nel quale la contesa fondamentale per Genova, si sta sviluppando.

Le “narrazioni”, se vogliamo chiamarle così, con un termine di moda , letterario e non aderente al tipo di sfida, non potrebbero essere più diverse e pericolose. Nel senso che è molto difficile che possano incontrarsi e garantire uno scontro vero di idee, necessario a produrre un vero confronto.

Il problema è proprio quello che il candidato uscente, Marco Bucci, non ha molto interesse al confronto vero.

Soprattutto con il suo concorrente principale Dello Strologo, secondo una vecchia strategia per la quale il candidato forte nelle previsioni non ha nulla da guadagnare in questo tipo di sfida.“Auterebbe” il concorrente, meno noto e avvantaggiato da un match che gli riconosce una pari condizione.

Come se in democrazia si potesse evitare uno degli strumenti elettorali più sinceri, come il confronto faccia a faccia, dal quale emergono programmi e personalità degli sfidanti, finalmente a confronto.

Vogliamo ricordare il mitico confronto tra John Kennedy e Richard Nixon? Da inviato ho assistito più volte ai match tra Francois Mitterand e i suoi concorrenti, a incominciare da Jacques Chirac . E in Italia? Chi dimentica lo scontro Berlusconi-Occhetto del 1994?

Le “narrazioni” a Genova, poi, sono talmente distanti da suscitare anche un certo sconcerto.

Da una parte Bucci sforna ogni giorno la sua pioggia di miliardi di investimenti che stanno per arrivare a Genova. Da sei a otto, forse di più, per finanziare il Pnrr e altro. La valanga di progetti in corso, le cose fatte, senza mai precisare ad esempio quali sono state impostate da “quelli di prima”, cioè dalle giunte Vincenzi e Doria. La città del sindaco uscente è come una piantina dove si piazzano le pedine delle cose “fatte” o in corso.

E non è un caso che ora Bucci abbia anche piantato le bandiere di san Giorgio, in quaranta punti diversi della città, come a marcare il territorio e rivendicare le sue gesta. Anche se sostiene che questo sventolio è solo il segno dell’orgoglio genovese, finalmente rivendicato in tutta la città.

Dall’altra parte il neo candidato Dello Strologo, uscito da un parto così difficile per il centro sinistra, usa toni e atteggiamenti e sopratutto argomenti completamente diversi.

Già nella sua presentazione ha fatto capire che si occuperà delle diseguaglianze, dei bisogni, dei diritti delle persone. Usando anche una terminologia che l’altra parte politica sbrigativamente risolve con formule di maniera. Invocando, per esempio, la necessità di garantire a tutti una “uguaglianza delle condizioni di partenza”.

Sventola la bandiera di San Giorgio

Insomma, mentre sventolano le bandiere di san Giorgio orgogliosamente fatte piazzare da Bucci, a nove metri di altezza, nei punti chiave della città, Levante, Ponente, Valpolcevera, Val Bisagno. Mentre si rivendicano i cantieri aperti, dalla Miralanza all’Ex Fiera del Mare. Si riempie il buco davanti all’Ospedale san Martino. E si inaugura l’ex area dei Mercati Generali in corso Sardegna. Dall’altra parte è incominciato il capillare lavoro di incontro con la cittadinanza per auscultare quei bisogni che certamente la rivoluzione dei miliardi in arrivo e dei cantieri non ha modificato.

Ci si può interessare a quella pioggia di progetti. Il tunnel subportuale, la Sopraelevata da cacciare giù, il miracolo dell’ Hennebique, i canali all’ex Fiera, la funicolare per arrivare a Forte Begato dal Porto Antico. Ma a me che me ne viene in tasca?

Gli unici scontri da lontano per ora si sono consumati sui numeri della demografia cittadina. Dopo che con una prudenza un po’ sospetta la giunta ha cancellato perfino la rituale pubblicazione dell’Annuario Statistico. Fedele fotografia da decenni delllo status demografico.

I genovesi sono diminuiti di 5.500 abitanti negli ultimi cinque anni, ha sentenziato l’incontestabile Istat. Ma Bucci conta in un altro modo, con le celle telefoniche, con le code automobilistiche che inguaiano il traffico cittadino, con i pendolari che frequentano la città.

E l’unica “vision” contrapposta a quelle a raffica del “scindeco ch’o cria”, come è stato ribattezzato Bucci, è stata quella dei tram, soluzione proposta da Dello Strologo per affrontare il grave problema del traffico interno alla città.

Peccato che i tram già ci fossero a Genova ma poi li levarono, in una evoluzione della storia, chissà chi chissà perché.

Oppure l’altra vision molto interessante, quella di realizzare finalmente il Piano Regolatore Sociale. Che la giunta di centro sinistra di Beppe Pericu aveva incominciato a costruire con competenze importanti. Come quella di Giorgio Pescetto e dell’allora assessore Paolo Veardo…. Un’operazione mai come adesso importante, tra post pandemia e profughi….

Insomma, non è ancora una campagna elettorale, ma solo un assaggio. E c’è da augurarsi che incominci davvero. Contrapponendo non due “narrazioni” così diverse, ma i temi urgenti dello sviluppo cittadino che riguardano certamente la prospettive generali, ma anche le persone.

I cittadini, in calo demografico o in risalita, a seconda delle tabelle che una parte e l’altra usano per contarli, aspettano con il rebus vero della loro partecipazione al voto. Mentre sventolano le bandiere di san Giorgio…..croce rossa in campo bianco.