Le tasse di Berlusconi: fiducia in Parlamento, sfiducia degli italiani

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 15 Agosto 2011 - 20:36 OLTRE 6 MESI FA

” La nostra promessa: non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani e ridurremo la pressione fiscale……se lo stato mi chiede il 50% e passa sento che è una richiesta scorretta e mi sento moralmente autorizzato ad evadere..”, e se gli italiani prendessero in parola il presidente del consiglio, cosa accadrebbe ora?

Queste sono solo alcune delle frasi, gravi ed irresponsabili, pronunciate, con sorriso smagliante, da chi in questi anni ha negato l’esistenza stessa della crisi, ha persino promosso spot per invitare tutti a spendere più soldi e a fare acquisti, ha promosso ogni tipo di condoni, ha strizzato l’cchio agli evasori, ha promosso norme per far rientrare clandestinamente, e pagando quattro euro, i capitali illecitamente esportati.

Si tratta del mesedimo signore che, oltre a fabbricarsi qualche decina di norme ad personam e da aziendam , ha anche accusato i giornali e i giornalisti, non di sua proprietà, di inventare una crisi inesistente, anzi di provocarla con i loro editoriali. Nel suo mirino sono finiti persino moderatissimi quotidiani, quali il Sole 24 ore e il Corriere della Sera.

Non sappiamo se le Borse reagiranno positivamente a questa manovra confusa , pasticciata, iniqua, sicuramente le” Borse etiche” , quelle che segnano il grado di fiducia e di rispettabilità internazionale e nazionale, segnano lampi e tuoni.

Non vi è dubbio alcuno, come ha detto il presidente Napolitano , che, di fronte al baratro, non si possa giocare al nefasto” tanto peggio tanto meglio”, ma nessuno può davvero pensare che, chi ha prounciato le frasi che abbiamo riportato e che ha prmosso provvedimenti che hanno scandalizzato i mercati europei, possa credibilmente trascinare la barca fuori dalla tempesta, suscitando quel minimo di consenso e di condivisione popolare indispensabile nei momenti di bufera.

Fingere di non vedere e di non sapere, potrebbe rivelarsi pericoloso anche per la tenuta delle istituzioni democratiche.

Personalmente non voterò mai un provvedimento simile, per il testo e per il contesto, soprattutto trovo vergognoso che si voglia usare la crisi, prima negata, per colpire la Costituzione, per affondare l’articolo 41 della medesima , per cancellare le parti essenziali dello statuto dei lavoratori, per schiacciare ulteriormente il fondo della piramide sociale, per allargare ulterioremente la forbice delle opportunità e delle disuguaglianze.

Il confronto sulla manovra economica è certamente doveroso, quello per riscrivere la carta fondamentale, non solo non è doveroso, ma andrà contastato con determinazione inaudita, pari al cinismo di chi ha lanciato la sfida, di chi vorrebe utilizzarla per portare a compimento il progetto di dare un colpo definitivo al sistema dei diritti e delle garanzie.

Il presidente del consiglio, in queste ore, ha fatto trapelare la notizia che, in caso di proteste eccessive, potrebbe ricorrere al voto di fiducia, forse per fermare quel ” sangue che gronda dal nostro cuore”, già meglio, molto meglio farlo grondare dal cuore degli italiani.

” Tutti dovranno fare la loro parte..”, ha giustamente detto il presidente Naplotano, ma non tutti sono egualmente reponsabili. Chi ha negato la crisi, chi ha mentito, chi ha nascosto le carte, chi ha coltivato l’interesse particolare oltraggiando l’interesse geerale, ha il dovere di portare a compimento, se ci riuscirà, la manovra e poi di andarsene, di sgomberare il campo, di consentire nuove elezioni.

Chi vuole imporsi a colpi di voti di fiducia, ha il dovere morale di consentire ai cittadini di poter esprimere il loro voto di sfiducia, esattamente come hanno fatto nella ultima tornata elettorale, referendaria ed amministrativa.

Tirarla alle lunghe non conviene a nessuno, soprattutto non conviene all’Italia.