Roma tiene il passo della Juve, frena l’Inter. Sprofonda la Lazio, ok la Samp

di Renzo Parodi
Pubblicato il 8 Dicembre 2013 - 23:25 OLTRE 6 MESI FA
Inter fermata sul 3-3 dal Parma (foto Ansa)

Roma tiene il passo della Juve, frena l’Inter. Sprofonda la Lazio, ok la Samp

ROMA – La Roma resta a tre punti dalla Juventus piegando all’Olimpico (2-1, gol di Maicon, Vargas e Destro) una bella Fiorentina. Conte e i suoi avevano già archiviato con soddisfazione il mezzo passo falso del Napoli, fermato sul pari interno (3-3) dall’Udinese. Hanno già piantato le tende a Istanbul, domani sera nel calderone bollente dello stadio del Galatasaray basterà un pareggio per passare agli ottavi di Champions. Impresa ampiamente alla portata della Magna Juventus che dovrà peraltro guardarsi dall’orgogliosa squadra turca che avrà dalla sua 50mila assatanati tifosi. Mancini sta risalendo la classifica, è secondo a 6 punti dalla capolista Fenerbahce, la squadra tuttavia resta un cantiere aperto. La presenza di Drogba e Snejider non basta a pareggiare i conti, la Juventus ha un potenziale tecnico decisamente migliore e nell’occasione può contare su due risultati su tre. Mancini non ha che la vittoria. La differenza è enorme, anche sul terreno psicologico che nel calcio ha grande peso.

Vincendo nell’anticipo di venerdì scorso a Bologna (2-0, gol di Vidal e Chiellini), Madama ha infilato sette vittorie filate in campionato segnando 15 gol senza subirne alcuno. L’avvio di stagione non era stato all’altezza delle ambizioni, qualche campanello d’allarme era squillato, mettendo in subbuglio l’ambiente. Conte non ha dovuto faticare per trovare la quadra. Llorente, all’inizio un pesce fuor d’acqua, ci ha messo poco a mettersi al passo con i compagni, integrandosi negli schemi offensivi voluti dal tecnico. Tevez non è mai stato un problema e la crescita esponenziale di Vidal e Pogba ha garantito i migliori equilibri del centrocampo. Non fosse per l’infortunio di Pirlo, ai box fino all’anno nuovo, il cielo juventino sarebbe del tutto sgombro da nubi. Ma anche così la vita è bella, la concorrenza fatica a tenere il passo della capolista e le gerarchie del campionato stanno assestandosi secondo logica e forze in campo.

La Roma ha pagato salata (quattro pari di fila) l’assenza prolungata di Totti, ormai pronto al ritorno, nel posticipo di lunedì 16 a casa del Milan. Garcia ha ritrovato anche Destro, sei mesi fuori squadra per il grave infortunio al ginocchio. Il ragazzo ha segnato il gol-vittoria alla Fiorentina e si candida per una maglia da titolare. Resta però da scorprire se per fargli posto il tecnico francese vorrà ritoccare lo schema con Totti falso nueve che ha fruttato dieci vittorie consecutive.

La Fiorentina rimane inchiodata al quinto posto, ma non esce ridimensionata dalla sfida dell’Olimpico. Se l’è giocata a viso aperto e l’ha perduta di misura. Restando sempre in partita. Montella attende il ritorno di Gomez, ormai imminente, per ridare equilibrio alla squadra che a volte tende a farsi infilare dagli attacchi in velocità dall’avversaria di turno. Con al Roma è accaduto abbastanza spesso.

Fantasmagorico pareggio tra Inter e Parma a San Siro. Un inseguimento continuo, tra svarioni difensivi (clamorsa la papera di Handanoivic sul 2-1 del Parma di parolo) e prodezze degli attaccanti. Complimenti a P?alacio e a Nicola Sansone, autori di una doppietta ciascuno. Mazzarri e Donadoni divranno meditare sulla fragilità difensiva delle rispettive difese, che disfano la tela di Penelope faticosamente tessuta dagli attaccanti

L’Inter è al terzo pareggio consecutivo e non deve essere un caso, Mazzarri a mezza bocca ha lasciaot intendere che se si vuole correre subito per i massimio traguardi occorre intervenire massicciamente già sul mercato invernale. Il parma si gode la classifica- è all’ottavo posto col Milan – e il delizioso Cassano che in qualche modo, seppure restando a secco di gol, ha consumato la sua personale vende4tta su Mazzarri che in estateb lo aveva epurato.

Il Napoli è terzo, cinque punti davanti alla Viola appena un po’ appassita, ma Benitez ha più problemi di Montella. Il suo organico è parzialmente mutilato, (Hamsik, Mesto e Zapata sono ancora ai box), la squadra vacilla e ha perso incisività e fantasia, le armi sulle quali aveva costruito la partenza sprint. Subire tre gol in casa, seppure dall’Udinese di nuovo brillante e offensiva – e mancavano Di Natale e Muriel! – non è un buon viatico e ispira cattivi pensieri. Mercoledì al San Paolo il Napoli è atteso da un’impresa disperata in Champions, battere con almeno tre gol di scarto l’Arsenal, già qualificato agli ottavi. La difesa continua a subire una valanga di gol (17 in totale) e anche il centrocampo non offre sempre il necessario sostegno alle punte. Buon per il Napoli che Pandev (doppietta ai friulani) sia in forma esplosiva e che Higuain faccia comnque la sua parte anche in appoggio alla squadra. Evidentemente non basta. L’assenza prolungata di Hamsik è pesante ma non spiega le amnesie difensive che hanno fatto infuriare Benitez. A gennaio, si provvederà, Reveillon non è certo il rinforzo capace di cambiare le gerarchie.

Passo indietro del Milan, che ringrazia Balotelli (doppietta e una clamorosa traversa sul 2-2), altrimenti sarebbe uscito con le ossa rotte dal campo del Livorno. Squadra slabbrata e stanca, con le consuete pecche difensive. Allegri richiama i suoi alla giusta dose di cattiveria agonistica e si aggrappa al ritrovato Supermario, che quando calcia il pallone è davvero un fenomeno. In Chanpions contro l’Ajax a San Siro basterà pareggiare ma guai ad accontentarsi in partenza dello 0.-0. Purtroppo lo stato di forma degli attaccanti (escluso Balotelli) è davvero precario. Si è rivisto El Sharaawy, opaco e giù di forma dopo la lunghissima assenza per infortunio, Robinho e out e sul recupero pieno di Pazzini si hanno notizie incerte. Ergo, l’intero peso del reparto avanzato grava sulle spalle, invero di nuovo robuste, di Supermario. Basterà a risalire la china? Silvio Berlusconi, fra un attacco e l’altro a Napolitano e ai giudici comunisti, fa sapere che si occuperà personalmente del Milan e ricorda come anche l’anno scorso, in coda al disastroso girone di andata, il suo intervento propiziò la rimonta che si concluse col terzo posto che valse la Champions League. Allegri si segna col gomito, dovrà sopportare i consigli del patron che, come tutti sanno, è un pozzo di scienza anche ramo calcio. Lo costringerà a giocare col tridente? O imporrà l’albero di Natale, a sostegno di Balotelli. Ah, saperlo…

Buone notizie per Verona e Udinese. Guidolin ha ritrovato la sua squadra, le frecce Pereyra, Maicosuel, Gabriel Silva, riescono a ribaltare il campo come pochi in Italia, e Bruno Fernandez (a Napoli un gol) è una lietissima sorpr4esa e un’arma in più nella faretra friulana che per un po’ non potrà contare né su Di Natale né du Muriel. La squadra di Mandorlini ha ribaltato lo svantaggio contro l’Atalanta, andando a vincere la settima partita casalinga, un ruolino di marcia inferiore soltanto a quello della Juventus. Colantuono lamenta la concessione generosa del rigore che ha dato la vittoria agli scaligeri e piange sulle numerose assenze che impoveriscono l’organico. Resta il fatto che il cammino dell’Atalanta in trasferta è largamente deficitario.

Domenica è in calendario un confronto al calor bianco col Genoa che ha i suoi motivi per lamentarsi. L’ingiusta espulsione di Manfredini (l’arbitro a Cagliari era Giacomelli) ha ridotto in dieci la squadra per metà partita, spianando la strada alla rimonta del Cagliari (doppietta di Sau) che ha annullato il vantaggio iniziale genoano, (gol di Gilardino, a quota sette nella classifica marcatori). Gasperini incassa la seconda sconfitta della sua gestione e signorilmente non infierisce sull’arbitro, bersaglio di alcuni dei suoi giocatori. Il tecnico domenica prosisma dovrà fare i conti con tre infortunati, Fetfatzidis, Portanova e Kucka, e con lo squalificato Manfredini.

Fa festa invece la Sampdoria, che conquista contro il Catania la prima vittoria della gestione Mihajlovic. Gara più generosa che lucida dei blucerchiati, decisa nella ripresa da due prodezze di Eder (il migliore in campo) e Gabbiadini (in gol con una bomba da Guinness). Il Catania era salito a Genova con una squadra rimpinzata di centrocampisti e una sola punta, Leto. Si è imbottigliato da sé e alla lunga ha pagato dazio. Tardivo l’inserimento di Maxi Lopez, un ex accolto con grande affetto dal pubblico blucerchiato. De Canio lamenta le assenza di una mezza dozzina di titolari, e nonostante la terza sconfitta consecutiva incassa la fiducia del presidente Pulvirenti. Nell’anticipo casalingo di sabato prossimo contro il Verona il tecnico materano si giocherà tutto. O quasi.

Grande balzo in avanti del Torino che scala quota 19 grazie alla vittoria interna sulla disastrata Lazio che resta inchiodata a 17 punti, in pieno centroclassifica, ben lontana dalla zona-Europa. Petkovic ha salvato la panchina, eppure la sua sorte sembra segnata. La squadra non reagisce, gioca un calcio piatto e molle. Come se i giocatori non credessero in quello che fanno. E la pazienza di Lotito, come è noto, non è infinita.

Ha il cuore nelle rose il Chievo, vittorioso in trasferta sul Sassuolo, che prosegue nel suo rendimento vagamente schizofrenico. Ha deciso la sfida di Reggio Emilia il gol di Thereau, Corini porta a casa la terza vittoria filata da quando è tornato sulla panchina clivense. Chievo-Sampdoria di domenica prossima annuncia una nuova svolta per entrambe le squadre che si sono lasciate alle spalle il Bologna, sconfitto in casa dalla Juventus, e il Livorno che ha imposto il pari al Milan. Pioli resta aggrappato alle prodezza di Diamanti, troppo solo per fare sempre la differenza. Nicola esce rinfrancato dalla prova, la squadra ha lottato col sangue agli occhi e ha mostrato un’eccellente condizione atletivca. Forse non basterà per salvarsi, ma per restare in corsa fino alla fine, sì.