Baby squillo dei Parioli, la mamma: “Oggi non ti muovi? Io sto a corto…”

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Novembre 2013 - 09:07| Aggiornato il 11 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Baby squillo dei Parioli, la mamma: "Oggi non ti muovi? Io sto a corto..."

Baby squillo dei Parioli, la mamma: “Oggi non ti muovi? Io sto a corto…”

ROMA – “Io sto a corto, dobbiamo recuperà”. E’ a corto di soldi la mamma della giovanissima squillo dei Parioli. Quella che ha un bar non in buone acque, un ex marito che non le dà soldi, un figlio malato. E sua figlia 14enne che porta soldi a casa a pacchi. “Pensavo solo che spacciasse”, ha detto, ritenendola una giustificazione, ai magistrati dopo l’arresto.

Poi ci sono le intercettazioni, quelle che hanno completato un’indagine breve ma accurata. Quelle che iniziano a comparire sui giornali e raccontano uno spaccato umano difficile da comprendere. Quello di seguito, come riportato dal Messaggero, è un dialogo-tipo tra questa madre e questa figlia. La prima a corto di denaro chiede alla figlia 14enne “non te movi oggi? Dobbiamo recuperà”.

La mamma di Agnese non lavora, se non saltuariamente, è separata e ha due figli, di cui il maschio con problemi di salute. L’ex marito è stato sempre «completamente assente». Quando la figlia ha cominciato a guadagnare qualcosa, lei su quei soldi ci faceva affidamento. «Senti un po’… ma tu che fai? Non te movi oggi?», dice al telefono ad Agnese, il 7 ottobre scorso, come emerge dalle intercettazioni. «No ma’, perché sto male», replica accennando anche a un certificato medico da inviare a scuola. «E come facciamo? Perché io sto a corto. Dobbiamo recuperà». La ragazzina tenta di rassicurarla: «Eh, mo domani vedo quello che posso fa’… Domani dopo scuola si vede, dai». «Ma ce la facciamo a recuperarla questa settimana?», chiede nuovamente. «Ma come no, avoglia».

La ragazzina protesta: la mattina a scuola, il pomeriggio “il lavoro”. E il lavoro si è scoperto quale fosse: alle 15, ogni pomeriggio, nell’appartamento dei Parioli. Uno, due clienti. Sesso, meccanicamente, come una professionista, a soli 14 anni. La ragazza prova a dire alla madre che non ce la fa, dopo una giornata così, a fare anche i compiti. Lei vorrebbe, ma non ce la fa:

Per gli investigatori la madre di Agnese era a conoscenza del fatto che la figlia si prostituisse, circostanza sempre smentita dalla donna nel corso degli interrogatori. Ma dalle intercettazioni emerge un lato inquietante di questa madre, che da un lato spronava la figlia a lavorare, e dall’altro si preoccupava che andasse a scuola. Agnese, però, non ce la faceva a reggere il ritmo: «Ma io voglio andarci a scuola, solo che non c’ho tempo per fare i compiti». E la madre: «Quando tu esci da scuola torni a casa… due ore studi… tre ore e…».

Agnese ribatte: «Dopo non ce la faccio ad andare da Minni (Mirko Ieni, lo sfruttatore arrestato dieci giorni fa, ndr), non ce la faccio se studio prima». La madre insiste: «Eh dall’una alle tre puoi… tanto tu vai sempre alle tre lì (nell’appartamento di viale Parioli affittato da Ieni, ndr.)». «Non ce la faccio, perché dopo che ho studiato sono stanca». E’ a questo punto che la madre si prodiga in consigli per conciliare al meglio studio e “lavoro”: «Allora devi fare una scelta… puoi alternare i giorni…». Gli insegnanti chiamano la madre della ragazzina per chiedere conto delle ripetute assenze a scuola. La donna, esasperata, dà un aut-aut ad Agnese: «Allora rifletti bene su questo aspetto della scuola per cortesia.. perché se no è inutile.. io ti ritiro». Consapevole dei suoi quattordici anni appena, la figlia replica: «Non mi puoi ritirare mamma, non c’ho sedici anni». «Apposta, allora ce devi andà», è la risposta. «Io voglio andarci, mamma, però non voglio andarci senza aver fatto i compiti».