Ex arcivescovo Josef Wesolowski si sente male: processo per pedofilia rimandato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2015 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA
Ex arcivescovo Josef Wesolowski si sente male: processo per pedofilia rimandato

Ex arcivescovo Josef Wesolowski si sente male: processo per pedofilia rimandato

CITTA’ DEL VATICANO – L’ex arcivescovo Jozef Wesolowski non si è presentato al Tribunale vaticano alla prima udienza del processo per abusi su minori e pedopornografia per un “improvviso malore” che ne ha comportato il ricovero in terapia intensiva in un ospedale romano. La corte ha quindi subito rinviato il dibattimento “a data da determinarsi”.

La prima udienza del processo nel Tribunale della Città del Vaticano, davanti alla corte presieduta dal giudice Giuseppe Dalla Torre, è stata aperta alle 9.32 ed è durata in tutto sei minuti. Dopo la lettura da parte del cancelliere dei cinque capi d’imputazione, il promotore di giustizia Gian Piero Milano ha comunicato alla corte che l’imputato era “assente per un impedimento dovuto a un improvviso malore che ne ha comportato il ricovero in una struttura ospedaliera pubblica, nel reparto di terapia intensiva” e si è “rimesso alle decisioni del collegio”.

La documentazione sanitaria è stata quindi consegnata alla corte. Dopo di che, l’avvocato difensore Antonello Blasi ha espresso “rammarico” per quanto accaduto, poiché “l’imputato era disponibile a partecipare al processo”, e si è associato alla richiesta dell’accusa. Dopo aver brevemente esaminato la certificazione ospedaliera, il presidente Dalla Torre ha quindi stabilito, in base all’articolo 471 del Codice di Procedura Penale vaticano, che “il Tribunale rimanda il dibattimento a data da determinarsi”.

L’ex nunzio polacco della Repubblica Dominicana sarà processato in base alle norme stabilite dalla riforma penale del 2013, che rispecchia la tolleranza zero di papa Francesco. Il pontefice può intervenire in qualunque momento della fase giudiziale e persino decidere autonomamente. Sul caso di Wesolowski si era espresso anche l’Onu, che aveva chiesto al Vaticano di garantire indagini immediate e imparziali. Nei confronti di Wesolowski era già stato avviato il processo canonico, che si era concluso, in primo grado, con la condanna da parte dell’ex Santo Uffizio alla dimissione dallo stato clericale. Tra le dichiarazioni rese contro l’ex nunzio ci sono quelle di un diacono suo collaboratore che sostiene di avergli procurato giovani per rapporti sessuali.