Bertolaso: “Non sono il bastardo della cricca. Mai votato Berlusconi”

Pubblicato il 5 Agosto 2012 - 15:52| Aggiornato il 27 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Guido Bertolaso (LaPresse)

ROMA – Una lunga intervista per dire a tutti di non essere “il bastardo della cricca”, di non aver “mai votato Silvio Berlusconi” e di non essere ancora “colpevole” di nessun reato. L’ex sottosegretario e capo della Protezione civile Guido Bertolaso ne parla al Fatto Quotidiano e spiega, parlando di se stesso in terza persona:  ”A oggi nessuno ha potuto sostenere che Bertolaso fosse colpevole”. “Se accadrà – aggiunge – chiederò scusa e mi ritirerò in un eremo. So solo una cosa, non succederà mai. Sono pulito e proverò a dimostrarlo”, ”non sono il bastardo della cricca”.

”L’accusa di essere un berlusconiano di ferro – prosegue Bertolaso – mi brucia. Non lo sono mai stato. Stimo Berlusconi ma non l’ho mai votato. Mi hanno descritto come il suo braccio armato – aggiunge – ma non faccio parte di nessuna casta, loggia o associazione ne’ conosco i nomi e i cognomi di chi a destra mi ha voluto sparare alle spalle”.

Secondo Bertolaso però non esisteva “nessuna cricca” come quella ipotizzata dai pm per lucrare su appalti e grandi opere.  ”Assolutamente no. Esistevano – spiega Bertolaso ammettendo che non tutto fosse cristallino – rapporti inopportuni tra funzionari dello stato e imprenditori”. L’ex capo della protezione civile risponde poi ad una domanda su due telefonate intercettate col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in possesso della procura di Perugia: ”Ricordo perfettamente le telefonate e confermo che non c’e’ nulla di riservato. Non parlo dei contenuti e mi limito a sottolineare un dettaglio. Repubblica le ha ma non le pubblica”, ”io non vorrei ci fosse una ragione politica”.

“Forse – osserva – leggendo il testo dei dialoghi tra Bertolaso, il braccio armato di Berlusconi e Napolitano si sarebbe finalmente capito chi era davvero il mio referente nelle difficolta’. Mi chiedo, era meglio non rivelarlo?”. ”Perche’ – continua – Repubblica non mette in pagina le intercettazioni che mi scagionano e solo quelle due o tre che orientano l’opinione pubblica?”, ”sospettare uno strano disegno – conclude – è lecito”.