Gwyneth Paltrow sbarca a Venezia: “Io infedele punita? Gli italiani sarebbero tutti morti”

Pubblicato il 3 Settembre 2011 - 21:02 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA  – Il virus che nel film di Steven Soderbergh, Contagion, oggi fuori concorso a Venezia 68, fa morire milioni di persone, scatenato da un maiale che mangia un pipistrello, comincia il suo percorso letale uccidendo una giovane bellissima donna, interpretata da Gwyneth Paltrow, che nel tornare da Hong Kong a Minneapolis dove l’aspettano il marito (Matt Damon) e i due figli, fa tappa a Chicago per rivedere il suo ex e fare l’amore con lui. ‘

Contagiata come punizione per un tradimento? Pochi rimarrebbero vivi in questa sala, soprattutto tra gli italiani”, dice ironica l’attrice premio Oscar (Shakespeare in love), sposata con Chris Martin, il leader vocalist dei Coldplay e madre di due figli, Apple and Moses, star oggi alla Mostra. ”Siamo esseri umani e questa e’ la vita – dice l’attrice di una bellezza luminosa – questo film tocca temi importanti e ci mostra il mondo per quello che è. Troppa angoscia? Non ho fatto vedere ai miei figli Babe maialino coraggioso, figuriamoci Contagion”.

Il film di Soderbergh (dal 9 settembre in sala distribuito da Warner Bros) nel descrivere uno scenario apocalittico ma neppure troppo irreale mostra un mondo occidentale che dà l’assalto ai supermercati, non esita a rubarsi il monopasto distribuito dalle autorità, è costretto a fare una lotteria nazionale per estrarre chi per primo s’inietterà il vaccino evitando corsie preferenziali, un mondo insomma dove umanità e solidarietà sono praticamente perse. ”Non si può essere eroici in questo tipo di situazioni. E’ ben diverso dagli aiuti umanitari che tutti siamo disposti a dare dopo un uragano o uno tsunami”, ammette con onestà la Paltrow. Difficile morire per contagio? ”No – sorride – è stata una bella esperienza tenere in bocca l’alka-seltzer e poi sputarla cadendo a terra morente”.

Matt Damon rasato a zero (esigenze cinematografiche per District 9 di Neil Blomkamp’s che sta girando a Vancouver accanto a Jodie Foster), è al sesto film con Soderbergh, la serie Ocean’s Eleven ad esempio: ”Non ci sono mai parti difficili con lui. Qui la scena piu’ difficile era quando gli comunicavano la morte della moglie: ho pensato alla reazione, composta o violenta?”. Nel film è il marito tradito che cerca di andare avanti nel proteggere ad ogni costo la figlia adolescente: ”E’ stato difficile capire il personaggio ma tutto quello che fa dopo è  stato sensato per me in quanto padre nella vita reale, anche se fuori della sceneggiatura mi considero un uomo piu’ d’azione rispetto a quel marito”.

L’ansia che mette Contagion, che induce a guardare con sospetto il vicino di poltrona che tossisce o a lavarti le mani all’uscita della sala, è diventata disagio anche per attori abituati all’assalto dei fan? ”Siamo tutti consapevoli del problema – rispondono Laurence Fishburne, Damon e la Paltrow – ma abbiamo già stretto tante mani, del resto questo è il mondo in cui viviamo”.

Le immaigni dellì’arrivo della Paltrow a Venezia (foto LaPresse):