Il corpo di Sarah Scazzi nel pozzo: al processo le foto dell’orrore

Pubblicato il 4 Gennaio 2012 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

TARANTO – Inizierà martedì 10 gennaio in Corte di Assise a Taranto il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, uccisa ad Avetrana il 26 agosto 2010. Le protagoniste saranno sicuramente Sabrina Misseri, la cugina di Sarah uccisa secondo l’accusa in un impeto di gelosia per un ragazzo, e la madre Cosima, zia di Sarah, ma un ruolo non irrilevante lo avrà la controversa figura del padre e marito delle due imputate: Michele Misseri che peraltro continua tra dichiarazioni e smentite ad autoaccusarsi dell’omicidio.

Tra i tanti documenti e immagini dell’inchiesta, nell’aula Alessandrini della Corte d’assise di Taranto sfilerà anche l’orrore del ritrovamento del corpo straziato da 42 giorni di sommersione nell’acqua fangosa del pozzo cisterna dove fu gettata il giorno della sua uccisione. Non mancherà l’occasione di vedere la sequenza fotografica di quella terribile notte tra il 6 e il 7 ottobre, in parte pubblicate qui di seguito e tratte dal sito del Corriere della Sera, quando Michele Misseri confessò il delitto per poi ritrattare, portando magistrati e inquirenti sul pozzo in contrada Mosca. Gli scatti saranno in tutto 71, e non saranno facili da guardare.

Le immagini partono dalle 22,45 di quel mercoledì 6 ottobre per concludersi alle 10 del giorno dopo. La prima foto riprende l’arrivo sulla zona del pubblico ministero Mariano Buccoliero che per primo ha raccolto la confessione del contadino. Si vede il magistrato che indica ad uno dei suoi uomini il punto dove scavare così come gli è stato suggerito da Misseri. Da quel momento in poi inizia una interminabile serie di fotogrammi in bianco e nero (tutti depositati agli atti del processo) che mostrano minuto per minuto la difficile ricerca della tomba di Sarah e poi il drammatico ritrovamento del corpo.

Il processo intanto, si annuncia particolarmente complesso, con decisioni della Cassazione su richieste di scarcerazione e provvedimenti dell’accusa che non sempre hanno confermato i vari aspetti della ricostruzione dell’accusa. Tra i rinviati a giudizio compaiono Michele Misseri, attualmente libero, la moglie Cosima Serrano, la figlia Sabrina – entrambe in carcere a Taranto – il fratello di Michele, e il nipote di quest’ultimo. Cosima Serrano e la figlia Sabrina rispondono di omicidio, Michele Misseri di concorso in soppressione di cadavere.

Sarah scomparve il 26 agosto mentre stava per recarsi al mare con la cugina Sabrina. Dopo essere stata cercata disperatamente per settimane, il suo corpo fu trovato a ottobre, un mese e mezzo dopo la sua scomparsa in un pozzo nelle campagne di Avetrana. A indicare il luogo fu, al termine di un drammatico interrogatorio, proprio Michele che si attribuì la responsabilità del delitto. Una versione che fu poi rivista nel corso delle indagini che portarono all’arresto delle due donne che peraltro hanno sempre sempre respinto ogni accusa.

Nel procedimento che inizierà il 10, la pubblica accusa ha già indicato oltre un centinaio di testi da sentire e altrettanti sembra ne abbia chiesti la difesa di Cosima e Sabrina nel tentativo di ricostruire le dinamiche di un omicidio che comunque appare assurdo come quelle storie di paese contorte e inspiegabili che comunque sembrano coinvolgere ben al di là dai confini di Avetrana. Il paese di poco più di 7mila abitanti in provincia di Taranto nel frattempo è diventato meta di un turismo voyeristico, quasi fosse la location di un film giallo di successo, con la differenza che questa è, purtroppo, una storia vera senza eroi.

A seguire, alcuni fotogrammi della sequenza del ritrovamento del corpo di Sarah: