Berlusconi, primo sì alla decadenza. Pdl esce prima del voto, 15-1

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Settembre 2013 - 21:59| Aggiornato il 19 Settembre 2013 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi

Silvio Berlusconi (foto Ansa)

ROMA – Decadenza Berlusconi: arriva il primo sì. La Giunta per le Immunità del Senato ha respinto la relazione di Andrea Augello che chiedeva la convalida dell’elezione di Berlusconi. I no sono stati 15, un solo voto a favore.

I sei senatori del Pdl avevano lasciato  la giunta per protesta poco prima del voto quando le questioni preliminari della relazione Augello sono state respinte con 14 no e 9 si la prima; 14 no e 9 si la seconda.

Il nuovo relatore, dopo il no alla mozione Augello, è il presidente della Giunta Dario Stefàno, di Sel. A lui spetterà il compito di stendere una nuova relazione dalle conclusioni opposte a quelle di Augello, ovvero un testo che chieda la decaenza di Berlusconi. Per la decadenza di Berlusconi, che dovrà passare anche per il Senato, tempi comunque non brevissimi. Difficile che l’Aula di Palazzo Madama si pronunci prima di metà ottobre.

Tutto come previsto alla vigilia, insomma. Comprese le tensioni subito prima del voto. Il Pdl, infatti, ha prima fatto filtrare la notizia della sua uscita dalla giunta prima del voto. Quindi, dopo il no alle questioni preliminari, quando è apparso oramai chiaro che non c’era più spazio di manovra, ha abbandonato i lavori per protesta. A quel punto, in Giunta, i lavori sono stati sospesi per 5 minuti. Quindi il voto e il 15-1: un voto che avvicina la decadenza di Silvio Berlusconi.

Solo il relatore Andrea Augello resta nell’Aula della Giunta per difendere la propria relazione e questo consentirà di non far scattare una norma del Regolamento (il comma 8 dell’art. 18  per la verifica dei poteri) che avrebbe di fatto consentito, in caso di bocciatura unanime, di non convocare la seduta pubblica che invece dovrà ora essere fissata entro una decina di giorni.

Il presidente della Giunta Stefano, che si prende il ruolo di relatore (”me lo hanno chiesto da più parti”), telefona subito al numero uno di Palazzo Madama Pietro Grasso per fissare un incontro nel quale si dovrà decidere il calendario dei lavori. Dopo il voto di questa sera, Stefano dovrà fare la sua relazione in sede di seduta pubblica che dovrà essere convocata non prima di 10 giorni. E sarà quella la sede nella quale Berlusconi potrà difendersi da solo o attraverso i suoi avvocati. E dovrà essere ascoltato anche il primo dei non eletti in Molise per il Pdl, Ulisse Di Giacomo.

Con il voto di questa sera, insomma, si è aperta di fatto la procedura di contestazione dell’elezione di Berlusconi e il voto definitivo in Aula è previsto per i primi giorni di ottobre. Secondo il regolamento dovrebbe avvenire a voto segreto, ma su questo è ancora polemica visto che i senatori del M5S hanno presentato una richiesta per cambiare la norma regolamentare che impedirebbe il voto palese.

Il clima in Giunta, nonostante la protesta pubblica, però non è tesissimo. Prova ne è il sorriso di Augello che quando incontra Stefano fuori dall’aula gli dice ”Beh, almeno ora non dobbiamo più scontrarci…”.

”Mi è dispiaciuto – commenta Stefano – che il Pdl sia uscito dalla Giunta per protesta. Mi ero fatto garante di un’intesa sulla procedura che comunque è stata rispettata visto che c’è stato anche un voto sulle pregiudiziali”. Non appena i senatori del Pdl, tranne Augello, hanno abbandonato i lavori parlamentari, Stefano ha convocato per un breve colloquio il capogruppo del pdl in Giunta Nicola D’Ascola per chiedergli il motivo del loro gesto, invitando almeno lui a restare in veste di capogruppo. Ma D’Ascola, secondo quanto si apprende, avrebbe preferito uscire per rispetto della decisione presa dal gruppo.