Bersani a Cicchitto :”Stai decidendo come devo morire”

di Riccardo Galli
Pubblicato il 7 Luglio 2011 - 15:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”Vedo che piano piano Cicchitto sta decidendo come devo morire io”  commentava caustico Bersani lasciando la Camera dove era in discussione la legge sul testamento biologico. Cicchitto s’è offeso e non ha gradito la battuta: “le battute spiritose, quale che sia la materia, sono sempre apprezzabili. Però quella di Bersani a proposito del testamento biologico, secondo la quale il

sottoscritto deciderebbe su come egli dovrà morire, è solo macabra”. Ma l’uscita del segretario del Pd, non se ne abbia Cicchitto, non è solamente macabra, ma segnala una verità. La legge in discussione in Parlamento, riferita al cosiddetto testamento biologico, sta tentando di decidere non come deve morire Bersani, ma come dobbiamo morire tutti noi.

Questa maggioranza, con gioia dei nostri vicini, già aveva convinto e costretto gli italiani che hanno problemi di fertilità a dover andare all’estero per avere dei figli. Quando il testo sul fine vita ora in discussione diventerà legge, oltre che per nascere, dovremo andare all’estero anche per morire. Su temi cruciali e spinosi come quelli che si stanno trattando sempre si auspica, da tutte le parti, il dialogo. Ma la maggioranza è talmente ferma sulle sue posizioni che ha approvato un emendamento che di fatto cancella le modifiche introdotte dalla commissione alla Camera e ripristina il contestato “testo Calabrò” , dal nome del relatore a Palazzo Madama, in cui era previsto il divieto assoluto di “sospendere” idratazione e alimentazione artificiali. Nella versione licenziata dalla commissione Affari sociali di Montecitorio si ammetteva invece un’eccezione, la più ovvia: “è possibile interrompere quando non c’è più assimilazione dei fattori nutrizionali”. Insomma quando sei praticamente morto non è obbligatorio nutrirti ed alimentarti artificialmente. E invece no, neanche questo: cannula obbligatoria anche per il corpo che non assimila più. In altre parole l’alimentazione e l’idratazione forzata saranno obbligatorie anche quando esplicitamente inutili, se non dannose, per il paziente.  e Torquemada non avrebbe saputo pensar di meglio.

Su questo tema così caro alla chiesa cattolica il Governo può contare sull’appoggio dell’Udc e persino su qualche transfugo occasionale dell’opposizione e quindi, con ogni probabilità, il testo in discussione diverrà legge senza troppi intoppi e modifiche. Ma, come scrive Stefano Rodotà su Repubblica, si tratta di una legge ideologica, violenta, bugiarda, sgrammaticata, incostituzionale. Una legge che non si cura dei documenti analitici mandati a tutti i senatori e deputati da più di cento giuristi che mostrano i gravi limiti tecnici della legge. Disprezza l´opinione pubblica perché, come da anni dicono le periodiche rilevazioni dell´Eurispes, il 77% degli italiani è favorevole al diritto di decidere liberamente sulla fine della vita. Una legge ideologica e violenta, quintessenza di un dispotismo etico che vuole imporre a tutti il parzialissimo, controverso punto di vista di una sola parte a chi ha convinzioni, fedi, stili di vita diversi. Nega il diritto di rifiutare trattamenti come l´alimentazione e l´idratazione forzata, escludendone il carattere terapeutico in contrasto con l´opinione delle società scientifiche e con l´evidenza della pratica medica. Riflette un fondamentalismo cattolico incomprensibile. È bugiarda, perché il suo titolo: «dichiarazioni anticipate di trattamento», che si richiama al consenso informato, all´alleanza terapeutica tra medico e paziente, alla rilevanza delle dichiarazioni fatte dalla persona per decidere consapevolmente sul come morire, è clamorosamente contraddetto dal contenuto delle singole norme. Il consenso della persona è sostanzialmente vanificato, perché le sue dichiarazioni non hanno valore vincolante e non possono riguardare questioni essenziali come quelle dell´alimentazione e dell´idratazione forzata.

Legittimi punti di vista non possono essere trasformati in norme che si impongono alla volontà delle persone violando i loro diritti fondamentali. La discrezionalità del legislatore, in questi casi, è esclusa esplicitamente dall´articolo 32 della Costituzione: «la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». E la Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto della persona di «disporre del proprio corpo»; ha severamente escluso che il legislatore possa arrogarsi il ruolo del medico e dello scienziato: e soprattutto ha affermato in modo nettissimo che l´autodeterminazione è un “diritto fondamentale” della persona. E anche Cicchitto, quando la legge sarà realtà, o andrà all’estero o dovrà morire come Bersani e come tutti, cioè come ha deciso il Parlamento.