La Libia approda alla Camera, si voterà il 3 maggio. I caccia italiani però sono già in missione

di Alessandro Avico
Pubblicato il 28 Aprile 2011 - 12:54| Aggiornato il 17 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Come ha chisto il Pd, ma anche la Lega, il caso Libia approda ufficialmente alla Camera, che si esprimerà il prossimo 3 maggio. Una notizia arrivata praticamente in contemporanea con un’altra, quella della prima missione dei caccia Tornado italiani nei cieli libici, sopra Misurata, aerei dotati di armamento di precisione per colpire “bersagli selezionati”. ”Ieri sono stati forniti gli assetti aerei alla Nato e sarà eventualmente sempre la Nato a dare informazioni sulle missioni”, ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Votare il 3 maggio forse non avrebbe senso, dato che l’aviazione italiana è già partita, sarà comunque un altro banco di prova per i numeri della maggioranza. La mozione è stata presentata giovedì mattina dal Pd, primo firmatario il capogruppo Dario Franceschini. Un documento che, al di là del contenuto, avrà l’effetto di costringere la maggioranza a contarsi. Una prospettiva su cui lo stesso Silvio Berlusconi ha comunque ostentato ottimismo, spiegando che “il voto non ci fa paura”, ma che con la maggioranza che da tempo si regge ormai sui voti dei Responsabili qualche incognita la riserva.

Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl, qualche timore infatti lo ha: “Quanti oggi chiedono il voto del Parlamento, non solo dalle opposizioni, sono gli stessi che considerano da sempre il presidente Napolitano un arbitro imparziale e un riferimento istituzionale insostituibile. Il presidente Napolitano ha detto, anche sulla vicenda libica, parole di assoluta chiarezza: il Parlamento si è già pronunciato e non serve un nuovo voto”.

La conferenza dei capigruppo ha deciso che il voto sarà il 3 maggio. Ma non si voterà solo sulla mozione del Pd ma anche su altri testi, quello già presentato dell’Idv e quello annunciato del Terzo Polo, tutti finalizzati a far chiarezza sulla questione e a verificare l’esistenza di una maggioranza. Il presidente Gianfranco Fini, a quanto si apprende, nel corso della capigruppo, ha sottolineato che valuterà in modo scrupoloso se il voto sulle mozioni non contrasti con il voto già espresso sulla risoluzione dell’Onu.

Intanto Silvio Berlusconi dovrebbe essere ricevuto al Quirinale. Al centro del colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dovrebbero esserci i temi caldi della Libia e della situazione di governo. La scorsa settimana il premier aveva annunciato l’intenzione di informare il Capo dello Stato della volontà di procedere alla nomina dei sottosegretari mancanti.