Bersani diventa “canaglia”: “Partiti personali tumore per la democrazia”

Pubblicato il 17 Gennaio 2013 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA
Pierluigi Bersani (Foto Lapresse)

ROMA – Solo fino a ieri, sommessamente ma indiscutibilmente, i giornali italiani rimproveravano a Bersani una campagna elettorale “moscia”. Sarà nel tentativo di dare una scossa che il segretario Pd ha usato toni forti parlando in un comizio pubblico. Ha detto, Bersani, che i partiti organizzati su un’unica persona sono “un tumore per la democrazia”.

Un tumore, addirittura, una parola che da sola evoca paura, che mette disagio. E chi sono questi portatori di tumore per la democrazia? Ecco cosa dice Bersani: ”Io sono l’unico a non aver messo il nome nel simbolo. Sistemi organizzati su una persona che spesso si sceglie da sola sono un tumore che rendono la democrazia ingessata, inefficace e impotente. Nel Pd Bersani c’è per un po’ ma il Pd ci sarà tra 20-50-100 anni”. Guarda caso fischieranno le orecchie soprattutto a Berlusconi, che del Pdl è padre, fondatore e capo indiscusso, e a Monti, che sulla sua lista c’ha messo il nome. In sintesi, a entrambi i suoi diretti sfidanti.

Bersani avvia la campagna elettorale con toni più duri del solito: “Noi non siamo soddisfatti, noi in questi termini non ci staremo, non staremo dentro una campagna fatta solo di politicismo e cabaret: Monti e la desistenza, il Senato e la Camera… sono abbastanza allibito”. Quindi il segretario Pd sottolinea: “Noi parleremo testardamente delle italiane e degli italiani”.

L’avversario di Bersani è indiscutibilmente Berlusconi: “La battaglia la vinceremo non perché abbiamo la vittoria in tasca, l’avversario c’è e ha rialzato la testa ma perché susciteremo le nostre forze in tutto il Paese e le nostre forze questa volta sono in grado di battere la destra”.