Bonus di 80 euro: tra Tasi e addizionali varie diventa di 45 euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2014 - 11:03 OLTRE 6 MESI FA
Bonus di 80 euro: tra Tasi e addizionali varie diventa di 45 euro

Bonus di 80 euro: tra Tasi e addizionali varie diventa di 45 euro

ROMA – Bonus di 80 euro al mese in busta paga da maggio: tra Tasi e aumenti delle addizionali comunali e regionali Irpef diventano 45 euro.  Il 40% della cifra promessa verrà mangiata dalle tasse, spiega Roberto Petrini su Repubblica. E il bonus si fa più magro: da 640 euro nel 2014 passerebbe, secondo i calcoli di Petrini, a 362 euro reali e netti. Che rischiano di non arrivare, secondo Antonio Castro su Libero, a molti lavoratori dipendenti con due figli e moglie a carico e agli incapienti, cioè ai lavoratori dipendenti che prendono meno di 8mila euro lordi l’anno. 

Anche a chi il bonus arriverà, cioè ai lavoratori dipendenti che guadagno meno di 25mila euro lordi l’anno, tra aumenti della Tasi (cioè la nuova imposta sui servizi che ha preso il posto della vecchia Imu) e delle addizionali Irpef comunali e regionali i calcoli fatti da Petrini, che riporta un focus della Uil, parlano di nuove tasse per 35 euro al mese, in media.

Il lavoratore dipendente medio preso in esame, che guadagna 18mila euro lordi all’anno (cioè 1.200 euro netti al mese) e ha una casa di proprietà (prima casa, quindi) in una zona semiperiferica di città, godrà sì del bonus, che per gli otto mesi del 2014 gli porterà in cassa 640 euro, ma dovrà sborsare 278 euro in più rispetto al 2013 in tasse. E alla fine dei 640 euro gliene resteranno in tasca 362, cioè il 56% degli 80 euro promessi dal governo Renzi.

Ma non finisce qui. Su Libero Antonio Castro annuncia che probabilmente anche da questo piccolo beneficio resteranno esclusi 4 su dieci dei lavoratori dipendenti. Il problema, scrive Castro, sta nel sistema delle detrazioni, basato su scaglioni di reddito, aliquote marginali (nominali ed effettive), e carichi familiari.

Scrive Castro:

“L’aspetto bizzarro è che i famosi “incapienti fiscali” (coloro che guadagnano meno di 8mila euro l’anno e che già, non pagando abbastanza tasse, non possono portare a casa il bonus), rischiano di essere molti più dei circa 4milionitardivamente preventivati dal Tesoro”.

Castro riprende uno studio pubblicato dall’ex ministro dell’Economia, Vincenzo Visco (Pd), in collaborazione con il professor Ruggero Paladini. Titolo: “Così si affonda nel pantano delle detrazioni”.

I due economisti scrivono:

“Moltissimi contribuenti a basso reddito che sono in attesa dell’incremento di 80-90 euro della loro retribuzione mensile, in realtà ne otterrebbero uno inferiore o, soprattutto in presenza di figli a carico, non otterrebbero nessun aumento. Nel caso di un contribuente con due figli a carico (uno minore di tre anni e uno maggiore di tre anni) l’incapienza si manifesterebbe fino a un reddito di 20.200 euro, sarebbe totale fino a 17.200 euro,e pari al 50 per cento fino a 18.700 euro. I single invece, sarebbero totalmente incapienti fino a 8.200 euro di reddito e parzialmente incapienti fino a 10.400 euro. Questi limiti risulterebbero ancora più elevati in presenza di altre detrazioni cui si avesse diritto, per esempio per spese sanitarie”.

Per non parlare poi degli incapienti che guadagnano meno di 8mila euro l’anno. Questi lavoratori nella prima ipotesi del governo non venivano contemplati tra i beneficiari del bonus. Poi però il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ci avevano ripensato. Solo che, ha spiegato il responsabile economia del Pd Filippo Taddei, 

“L’eventuale intervento sugli incapienti si farà con risorse aggiuntive rispetto ai 6,7 miliardi previsti per ridurre l’Irpef nel 2014 ai lavoratori dipendenti. Al momento c’è una netta determinazione a provare a farlo e quindi a reperire le risorse”.

Solo che adesso, scrive Castro, quei soldi non ci sono.