Conte ”zimbello dei vertici europei”, rivela Junker, ex Presidente Ue: “Lo prendevano tutti in giro”

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 1 Aprile 2024 - 12:32
Giuseppe Conte

Giuseppe Conte

Chi era il premier Giuseppe Conte ? “Era lo zimbello dei vertici europei”. Narrazione esilarante. Parole e musica di Junker.  Che non è un cabarettista mordi e fuggi, ma  l’ex Presidente della Commissione europea (2014-2019), l’avvocato lussemburghese predecessore della Ursula di der Leyen; il politico che ha preso il posto di José Barroso senza farlo rimpiangere. Anzi.

Ora alla soglia dei 70 anni – età in cui si hanno più ricordi che progetti – l’ex Governatore della Banca Mondiale (1989-1995), primo ministro del Lussemburgo per quasi vent’anni, si toglie qualche sassolino dalle scarpe.

A modo suo. Divertendosi a rivelare retroscena politici e aneddoti indiscreti e inediti che maturavano a Bruxelles, palazzo Berlaymont; negli anfratti bui di quei 13 piani se ne sono viste e sentite di tutti i colori. Jean Claude, sempre “sorridente e caloroso” – così lo descrive Beda Romano del Sole 24 Ore durante l’intervista –  racconta due o tre inediti curiosi su Giuseppe Conte. E lo demolisce: “Lo prendevano in giro tutti”.  Tre  atteggiamenti, in particolare, suscitavano ilarità (eufemismo).

1) LA SPOCCHIA NEGLI INTERVENTI
Riferisce Junker che il premier Conte cominciava sempre i suoi interventi ai summit europei con la frase: ”Io, in quanto professore di diritto internazionale, devo dirvi…”. Questo incipit è diventato proverbiale nei Consigli europei, tanto da fare tendenza. E giù parodie, imitazioni dello stile, copiature burlesche. Aggiunge Junker che altri premier, con una certa dose di ironia,scimmiottavano Conte  con esilaranti incipit. Ad esempio il premier svedese Stefan Lofsen attaccava anche lui con lo stesso avvio:”Io, in quanto idraulico, devo dirvi…”.

2) L’OSTENTAZIONE DI TITOLI E MERITI
Confessa Junker che il divertimento alla fine finì col pesare. Era diventato un gioco eccessivo, stonato, soprattutto perché le parodie stridevamo in un contesto in cui venivano prese decisioni importanti per l’Europa. E Junker, leader del Partito Cristiano-Sociale, provava un certo imbarazzo (dice). Epperò quella ripetuta ostentazione di titoli e meriti ha finito con l’infastidire tutti gli altri  leader che trovavano quel compiacimento dei propri pregi – una esibizione ambiziosa e affettata, comunque immotivata – decisamente “poco elegante”.

3) UN FACILE BERSAGLIO
A Bruxelles, covo di volpi e burosauri, hanno da subito avuto il sospetto che il nuovo premier italiano avesse la tendenza ad allargarsi un po’. Accertato il piglio autoreferenziale, i  colleghi, dice sempre Junker, ne hanno fatto un facile bersaglio. E pur trovandolo simpatico, non gli hanno mai perdonato l’ego smisurato.