D’Alema: “Io premier degli squilibrati che volevano dichiarar guerra agli Usa”

Pubblicato il 23 Novembre 2012 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
D’alema in Vietnam. “Guidavo il governo degli squilibrati”

ROMA – D’Alema’s amarcord (e promemoria per Bersani). Guidava un Governo (dice al Mattino di Napoli) “composto da squilibrati degni di attenzione psichiatrica che mi chiedevano di uscire dalla Nato e dichiarare guerra agli Stati Uniti. Questo ci ha limitato molto”. Fischiano le orecchie al manipolo di comunisti di Diliberto, a qualche ambientalista (Laura Balbo era ministro) che insieme agli “straccioni” di Cossiga sostennero il primo esecutivo italiano affidato a un ex Pci. La storia naturalmente riguarda l’intervento italiano nella guerra del Kosovo, le 172 missioni dell’Aeronautica Militare per far sloggiare Milosevic. Giorni cupi, giorni di guerra: la sinistra e il tabù infranto del ricorso alle armi, la Costituzione scalfita, ecc…

Katia Bellillo, ministro nel governo D’Alema, invero più famosa come aspirante boxeuse (fu baruffa con la Mussolini in tv) che come esponente dei Comunisti Italiani di Diliberto, oggi vive della pensione, si è ritirata dagli incarichi di partito ma non rinuncia a mordere: “D’Alema torni torni a ragionare politicamente se ne è capace, invece di fare lo scemetto”. Diliberto non infierisce (è tornato a sostenere Vendola, è tornato nel giro del centrosinistra), si limita a una considerazione: “A D’Alema ricordo che i problemi vennero dall’Udeur”.

Insiste invece la Bellillo, che di ricordi ne ha tanti (D’Alema non si degnò una volta di salutare il ministro Balbo che ci rimaneva male tutte le volte): “D’Alema faccia come me, che è tempo, si ritiri e curi i suoi cari”. Certo, però, fa ridere, ma anche un po’ impressione, dichiarare guerra agli Stati Uniti. Così per pazziare abbiamo scandagliato un po’ il pozzo di Google. Altolà, dicembre 2001, un libro di Katia Bellillo: “Riprendiamoci Pechino”. Sussulto, ma perché era nostra? Tranquilli: trattasi di equivoco. Pechino ’95 fu la conferenza mondiale che portò grandi risultati in tema di emancipazione femminile. Ah ecco, non pazziamo…