I dubbi di Europa e del Corriere: Bersani “parafarmacista” e pro-coop?

Pubblicato il 25 Gennaio 2012 - 09:46 OLTRE 6 MESI FA

(Foto LaPresse)

ROMA – Bersani “parafarmacista” aiuta le coop? A insinuare il dubbio in casa Pd è stato uno dei due quotidiani del partito, Europa, che in un articolo a firma di Gianni Del Vecchio scrive: “Bersani si trova adesso a doversi difendere dall’accusa di ‘fiancheggiare’ tutti quelli che si oppongono alla lobby dei farmacisti titolari (cioè parafarmacisti e coop) per motivi esclusivamente politici, e non per far risparmiare soldi e tempo ai cittadini”.

Effettivamente molte parafarmacie appartengono alle coop rosse e allora la domanda, che ha dato il titolo anche ad un articolo comparso oggi a pagina 10 del Corriere della Sera, viene pressoché spontanea. Per comprendere la querelle bisogna tornare indietro nel tempo, al 2006, quando l’allora ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, col suo pacchetto di liberalizzazioni, permise la nascita in tutta Italia di quasi quattromila esercizi commerciali del settore e da allora porta avanti la sua battaglia. I maligni dicono che sta curando i suoi rapporti con la base elettorale emiliana e perché ha da sempre buoni rapporti con le coop.

Ma da venerdì scorso, da quando è stato approvato il decreto Crescitalia che consentirà l’apertura di cinque-seimila nuove farmacie (da aggiungere alle 18mila attuali), di liberalizzare gli orari e i turni di apertura e di fare sconti su tutti i farmaci, il malcontento non è limitato solo ai canali convenzionali. Il decreto infatti scontenta anche il canale alternativo, cioè parafarmacie e grande distribuzione. Non è prevista la possibilità di vendere i farmaci di fascia C (quelli con obbligo di ricetta, tipo antistaminici, pomate al cortisone e via dicendo) al di fuori delle farmacie tradizionali. Per questo il leader del Pd, ha già promesso un emendamento per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C.

Ma, avverte il quotidiano Europa, il rischio è che: “In questa guerra fra farmacisti convenzionati e non, e fra entrambe le categorie e il governo, a trovarsi in mezzo è Bersani”. E ancora: “Il pensiero di Bersani e dei suoi collaboratori finisce però per sembrare più vicino alla difesa di una categoria che agli interessi del cittadino-consumatore”. Conclusione: “Un pensiero che infatti lo espone alle critiche strumentali ma insidiose (al grido «Bersani fa il gioco delle coop») di chi, soprattutto nel Pdl, lavora alacremente e attivamente per proteggere la lobby dei farmacisti titolari. Una bella grana”.