Francesco Guccini vota Sel alle regionali Emilia Romagna: Renzi? Lo sento distante

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2014 - 15:39 OLTRE 6 MESI FA
Francesco Guccini vota Sel alle regionali Emilia Romagna. Renzi? Lo sento distante

L’intervista di Aldo Cazzullo a Francesco Guccini (Corriere della Sera)

BOLOGNA – Francesco Guccini vota Sel alle elezioni regionali Emilia Romagna di domenica 23 novembre. Intervistato da Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, il cantautore bolognese d’adozione e montanaro di provenienza spiega il perché della sua scelta: la vicinanza, la familiarità con il candidato consigliere di Sel Igor Taruffi, e la distanza – generazionale e non solo – con il premier e segretario del Pd Matteo Renzi.

Francesco Guccini, anche lei abbandona la vecchia nave che cambia rotta?
«Ma no. Nessun voltafaccia. Semplicemente, una persona che conosco mi ha chiesto di caldeggiare la sua candidatura a consigliere regionale. Si chiama Igor Taruffi, ha 35 anni, ha lavorato bene a Porretta Terme e…».
Guccini, lei è un simbolo della sinistra italiana, e ha sempre votato per il Pci e i suoi discendenti, sino al Pd di Prodi e Veltroni. Ora dice che non lo farà più. Perché?
«Però voterò Sel, che è pur sempre un partito figlio di quella storia. E in Emilia è alleato del Pd; quindi voterò pur sempre per Bonaccini, il candidato alla Regione. Come diceva Shakespeare, Much ado about nothing : molto rumore per nulla».

Anche perché Guccini non ha sempre votato Pci-Pds-Ds-Pd. Già nel 2011 aveva votato Sel alle primarie per il candidato sindaco di Porretta Terme. In passato si era dichiarato anarchico e socialista-liberale, rivelando di aver votato anche per il Pri e soprattutto per il Psi, prima che diventasse il partito di Craxi. Ora ha qualche problema a dare il suo consenso al partito di Renzi:

Ma non voterebbe Renzi.
«Che c’entra? Sono elezioni amministrative. Sulla politica nazionale la mia posizione è: no comment».
Renzi non la convince?
«Non lo apprezzo del tutto, e non lo disprezzo del tutto. Ci sono cose che mi convincono. E ce ne sono altre che mi lasciano perplesso. Vedo dei chiaroscuri».
Renzi ha detto di essere un suo fan. Lei gli ha risposto che lo è pure Alfano. Non è stato caloroso.
«Se è per questo, ha detto di essere un mio fan anche il grande Dino Zoff. Mi ha fatto davvero piacere. È un uomo che stimo moltissimo. Una persona di parole rare, e per questo preziose».
Renzi parla troppo?
«Un po’ sì. Ma non è tanto quello che mi lascia perplesso».
Cos’altro allora? In fondo Renzi ha portato la sinistra italiana a livelli elettorali mai raggiunti.
«È vero. È un fatto che gli va riconosciuto. Ma ci sarebbe molto altro da dire. E non vorrei parlare di politica».

[…] Renzi l’ha mai incontrato?
«Mai. Sarà anche venuto ai miei concerti, ma all’epoca non era conosciuto».
Con Prodi lei invece aveva un rapporto affettuoso. A Bologna ricordano quando, dopo la caduta del suo secondo governo, lei andò a salutarlo nell’aula magna dell’università, gremita per l’assemblea del Mulino.
«È vero».
Neppure Prodi, come Renzi, era comunista. Perché le piaceva?
«Per la sua emilianità. La sua apparente paciosità. Dico apparente, perché Prodi aveva gli artigli, eccome».
Pavana però è già in Toscana, non a caso lei Guccini sostiene di tifare per la Pistoiese. Perché Renzi non va bene?
«Lo sento più distante, e non solo per motivi anagrafici. È un po’… è molto iperattivo, ecco».
Lei non è su Twitter?
«Per carità! Non saprei da che parte cominciare. Ormai sono un vecchio montanaro, isolato sulle mie montagne».