Tagli. Rotondi (Pdl): “Deputati costretti a fare il conto della serva”

Pubblicato il 29 Giugno 2011 - 09:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”Conosco colleghi parlamentari che valutano se possono restare a Roma un giorno in più. Costretti a fare il conto della serva”. Lo dice a Repubblica il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi a proposito dei tagli ai costi della politica. In assoluta controtendenza con il sentimento generale, l’autorevole esponente di Governo piange miseria per conto dei deputati. Secondo lui con 12mila euro circa fra indennità e portaborse, “non si naviga nell’oro”. Sottolineando come ”per la famiglia ne restano 4 mila”. Addio ai tempi belli (quando si navigava nell’oro ndr.) in cui Rotondi si concedeva il lusso di mettere da parte “anche metà di quel che guadagnavo”.

Da bravo politico, Rotondi non si limita alla lamentazione ma avanza anche delle soluzioni, sia pure in termini provocatori. “Propongo che il 2012 diventi l’anno del parlamentare a chilometro zero. A costo zero – spiega – Ridotto a vero proletario: dal prossimo primo gennaio al successivo 31 dicembre lo lasciamo senza busta paga e senza uno straccio di auto blu su cui salire e pavoneggiarsi”, ma ”dal primo gennaio 2013 tutto torna come prima. La politica ha un suo decoro e la democrazia è un valore supremo”. Insomma un anno di purgatorio a pane a acqua per l’onorevole, ormai confuso nella massa dei diseredati, proletario tra i proletari. Già lo vediamo incedere, insieme ai suoi colleghi di sventura, più lacero e orgoglioso dei contadini in sciopero immortalati da Pellizza da Volpeda nel Quarto Stato. Inalberando vessilli e bandiere al grido “l’auto blu è mia e me la gestisco io”.

Paura eh? I tagli ai costi della politica stanno gettando parecchi nel panico. Il ministro Romano, al primo stormir di lame, annuncia disperato: “dal prossimo mese niente più stipendio ai ministri”. Giulio “mani di forbice” gli sta mettendo le mani nel portafoglio. Romano omette che la norma serve a impedire il cumulo di stipendi per i parlamentari promossi al governo. Il testo cui allude lo spaventato ministro, ancora molto provvisorio, indica solamente una decurtazione del 50% per ministri e sottosegretari che sono contemporaneamente deputati. Chi voleva l’azzeramento di uno dei due stipendi era invece Roberto Calderoli.

Chissà che colpo per gli amici Responsabili del Governo: proprio mentre stavano entrando, dopo aver tanto brigato, nell’esecutivo Berlusconi, Tremonti gli rovina la festa. Tuttavia, anche solo guardando a che fine fece la proposta dell’anno scorso di dimezzare i contributi ai partiti, possono ragionevolmente stare tranquilli. Dal 50% si passò immediatamente al 20%, per finire in carrozza al 10%.