Governo, Maroni: “Era meglio votare subito, rischiamo di finire come Prodi”

Pubblicato il 3 Ottobre 2010 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Maroni e Nichi Vendola parlano davanti alla Camera. Il ministro:"Votiamo a marzo"

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni non ha ancora accantonato l’ipotesi del voto anticipato. Qualche giorno fa, parlando con Nichi Vendola fuori la Camera, aveva “sussurrato” di marzo e aprile come date possibili. Oggi, intervistato dal Corriere della Sera, parla  di tre settimane ”per vedere se questa maggioranza ha davvero la forza di sostenere l’azione di governo. Se così non è, meglio staccare la spina subito”.

”Noi avremmo preferito farlo subito e l’abbiamo detto a Berlusconi – prosegue Maroni – Andiamo alle urne a novembre, vinciamo e da dicembre siamo molto più forti, pronti a fare le riforme”. Il presidente del Consiglio invece, riflette il titolare del Viminale, ha preferito testare la maggioranza e la Lega ha deciso di sostenerlo ”ma è difficile che così si possa andare avanti”, perché ”si dovrà trattare su ogni cosa”.

Il timore di Maroni è che si ”faccia la fine del governo Prodi che – dice – era sospeso su ogni votazione”. Il primo banco di prova, nelle tre settimane di test ipotizzate da Maroni è  la nomina dei presidenti delle Commissioni, un passo per ”misurare la lealtà del gruppo di Futuro e Libertà”.

Intanto, l’ipotesi di un governo tecnico, per Maroni, è da escludere così come lo è quella di un’opposizione allargata che comprenda Bocchino, Bersani, Casini e Di Pietro. ”Faccio loro i miei auguri – commenta Maroni – pur sapendo che durerebbero mezza giornata”.

Sulle esternazioni del premier verso la magistratura, il ministro dell’Interno risponde che piuttosto che ”stuzzicare” i magistrati con l’annuncio di riforme, sarebbe meglio farle, perché il continuo annunciare genera tensione. E di tensioni sociali c’e’ da aspettarsene ancora, per Maroni, ”considerando le notizie che abbiamo – spiega il titolare del Viminale – di possibili infiltrazioni della rete no global nelle prossime manifestazioni sindacali”.

Commentando, infine, il videomessaggio del presidente della Camera, il ministro dell’Interno afferma: ”Mi ha provocato una profonda tristezza vedere Gianfranco Fini costretto ad ammettere che sulla casa di Montecarlo non conosce la verità che aveva promesso di rivelare”.