Meloni: rinviare alcuni provvedimenti che avremmo voluto…Lezione facile che gli elettori non imparano mai

Meloni alle Camere per la fiducia chiesta e ottenuta: rinviare alcuni provvedimenti che avremmo voluto...Qui e subito ci sono i soldi solo per il primum vivere e cioè contenere le bollette. E fare debito, ancora debito non è prendere aria ma respirare veleno.

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Ottobre 2022 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
Meloni: rinviare alcuni provvedimenti che avremmo voluto...Lezione facile che gli elettori non imparano mai

Meloni: rinviare alcuni provvedimenti che avremmo voluto…Lezione facile che gli elettori non imparano mai FOTO ANSA

Giorgia Meloni, discorso programmatico alle Camere per chiedere e ottenere il voto di fiducia al governo della Destra: dobbiamo, costretti a “rinviare alcuni provvedimenti che avremmo voluto già nella prossima legge di Bilancio…”. E’ il passaggio più concreto, il link più stretto tra ciò che Giorgia Meloni sta dicendo e ciò che il suo governo farà nei prossimi mesi, qui, adesso. Poiché è concreto, l’opposizione (variegata, stizzita, indispettita e tutta intenta e tutte intente a ruminare questi interni umori) questo passaggio non l’ha visto. Poiché è concreto gli alleati di maggioranza (Lega e Forza Italia) glissano, dribblano, fingono sia pura forma mentre la sostanza resterebbe la propaganda su tutti in pensione a 60 anni da domani, meno tasse per tutti da ieri, sussidi, aiuti, incentivi e ristori come, appunto, non ci fosse un domani.

Come non ci fosse un domani

Rinviare alcuni provvedimenti che avremmo voluto…E cioè la folle ma amatissima e popolarissima idea di dare a tutta la popolazione un quarto di secolo di vita in pensione (questo succede se vai in pensione a 60 anni con la vita media che sfiora gli 85). Non ora, non subito, magari domani, almeno un po’. Se i soldi ci sono, magari…Tagliare di un bel po’ la differenza in busta paga tra lordo e netto e tagliare la differenza che non si vede ma eccome se c’è: quella tra costo del lavoro e busta paga. Idea per nulla folle questa ma ora, qui e subito non si può. Magari un po’ domani, se i soldi si trovano. Pensioni e tasse, si farà quel che si può. E quel che qui e oggi si può è poco, davvero poco. Tanto poco quanto enorme era non la promessa elettorale ma l’incoscienza del reale sussunta come canone politico da Salvini, Berlusconi e dal più della Destra prima che diventasse governo. Incoscienza del reale che assumeva regolarmente la forma verbale dello “scostamento di bilancio” e quella materiale di spendere a debito, tanto poi paga…Chi paga? Al concretizzarsi dell domanda…rinviare alcuni provvedimenti che avremmo voluto è stata l’obbligata risposta di Giorgia Meloni presidente del Consiglio.

Le bollette, cioè primo sopravvivere

Il governo di Giorgia Meloni cercherà, spenderà il più dei soldi che ha disposizione per tenere relativamente a freno le bollette. Bollette che sono tali da mettere in difficoltà e nei guai e sarebbero tali da essere insostenibili per tutti se il governo di prima non ci avesse messo una cinquantina di miliardi per limitarne il galoppo. Come per i 30 cent sconto governo su litro benzina così non vediamo gli sconti in bolletta, oneri sistema, Iva e altro. Non li vediamo perché affogati nel mare dell’aumento complessivo della bolletta. Resta il fatto che non vediamo come potrebbe essere se governo non fosse intervenuto, ad esempio negando fino a marzo prossimo alle aziende fornitrici di energia la modifica unilaterale del contratto (solo per questo milioni di utenze pagano ancora bollette simili a quelle di prima). Governo, quello di prima. Ci ha messo 50 miliardi. Governo di adesso non può fare diversamente e di miliardi da spendere non ne ha cento e nemmeno ottanta. Ergo: rinviare alcuni provvedimenti che avremmo voluto…

Lezione che gli elettori…

Non imparano mai. Giorgia Meloni ha preso atto del reale, come spesso fa ogni opposizione che diventa governo. Saggiamente, realisticamente cercherà il primum sopravvivere per l’economia e la società italiana garantendo energia a costi alti ma sostenibili e mettendo di tasca dello Stato quel che sostenibile non è. Poi soldi finiti o quasi, almeno qui e ora. E il far debito miniera inesauribile di soldi bene comune come l’aria? Meloni premier comunica che il far debito è aria tossica che alla lunga, anzi qui e ora alla breve, avvelena e anche peggio. Lezione semplice. Che però gli elettori non imparano mai. Infatti di solito bocciano i prof che la impartiscono e le scuole che la insegnano. E promuovono chi la ignora e deride. Un sintomo della sindrome del rifiuto di realtà? Uno solo, tra i più folkloristici eppur ruspanti: per essersi accompagnata alla realtà, per muoversi al passo della realtà, Meloni si è presa in aula da Conte il peggior anatema. Sul capo della Meloni il capo del partito dell’irrealtà felice e feroce ha fatto calare la parola demoniaca: Draghi! Meloni come Draghi, tanto gli elettori la lezione non la imparano mai.