Il futuro di Paola Severino: nonna o democristiana?

Pubblicato il 18 Settembre 2012 - 16:55 OLTRE 6 MESI FA
Paola Severino, ministro della Giustizia (LaPresse)

Paola Severino, ministro della Giustizia (LaPresse)

ROMA – Paola Severino in campo con l’Udc. Anzi no, Paola Severino farà la nonna. Fanno a pugni i titoli di due testate “cugine”, che fanno capo alla famiglia Berlusconi: Il Giornale e Chi. Domenica 16 un articolo di Francesco Cramer sul Giornale dà l’attuale ministro della Giustizia del governo Monti come “candidata sicura” in lista con l’Udc di Pier Ferdinando Casini alle prossime elezioni politiche, un Udc che cambia simbolo (non più “Casini” ma “Italia” sul logo) e si presenta al voto “ripulito”, mandando a casa qualche vecchia faccia democristiana e pescando a piene mani dal governo dei tecnici:

Ecco, nome per nome, le pedine di Pier; alcune delle quali potrebbero tramare per dargli scacco. Candidati sicuri sono alcuni attuali ministri: il Guardasigilli Paola Severino; il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania e quello per la Cooperazione, Andrea Riccardi. Ma le porte sono aperte anche per la capa del Viminale, Anna Maria Cancellieri e per il titolare dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi. Ovvio: non cessa la corte ai due pezzi grossi: Mario Monti e Corrado Passera. Hanno già la casacca udiccina addosso l’ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia e il suo uomo in Sicilia, Antonello Montante. Presidente degli industriali isolani, nisseno, classe 1963, Montante è fondatore e presidente di Msa SpA, Mediterr Shock Absorbers, azienda leader nella progettazione e nella produzione di ammortizzatori per veicoli industriali e ferroviari. L’uomo punta in alto.

Il giorno dopo in edicola c’è l’edizione straordinaria del settimanale Chi, quella con l’esclusiva del topless della duchessa di Cambridge Kate Middleton. Nel numero non ci sono solo le “tette blu”, ma anche un’intervista di Giulia Cerasoli al ministro Severino. Intervista nella quale la sessantatreenne avvocatessa napoletana prestata alla politica vede il 2013 come l’anno del “riflusso nel privato”.

Nel 2013 non si candiderà? “No. Tornerò a insegnare all’università e al mio lavoro di avvocato, che amo molto. E a fare la nonna… Non in questo ordine di importanza! Ho accettato di fare il ministro per spirito di servizio”.

La lettura dei due articoli pone al “severinista” il seguente dubbio amletico sul futuro del ministro: nonna o democristiana?