Pd, programma-scuola: orario lungo per prof ma a scelta e con stipendi più alti

di Daniela Lauria
Pubblicato il 15 Gennaio 2013 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA
Pierluigi Bersani (Foto Lapresse)

ROMA – La stagione delle riforme calate dall’alto è finita: il Pd riparte dalle scuole sempre aperte e in 8 punti promette di ridare stabilità, fiducia e finanziamenti a un comparto che negli ultimi dieci anni è stato tartassato da continui cambiamenti o annunci di cambiamenti. Francesca Puglisi, responsabile Istruzione del partito e candidata al Senato, racconta al quotidiano Italia Oggi le proposte programmatiche del Pd, perché “l’Italia giusta”, come è scritto sui manifesti di Bersani, si prepara a scuola. Sul sito dei democrats un’apposita sezione illustra il programma in 15 pagine.

C’è l’orario lungo per i prof, non per tagliare posti di lavoro, ma per dare la possibilità a tutti di frequentare la scuola anche di pomeriggio. Per creare un luogo di frequentazione e di incontro oltre che di didattica frontale. E per quei prof che si impegneranno a tenere le scuole aperte di pomeriggio lo stipendio sarà più alto. C’è un piano straordinario per immettere in ruolo i precari e reclutare i migliori giovani laureati. E poi c’è il biennio unitario per le scuole superiori: per garantire un effettivo obbligo di istruzione fino a 16 anni e non costringere i ragazzini a dover scegliere che indirizzo dare alla propria formazione in terza media (troppo presto).

Ecco i punti chiave del programma scuola del Pd. Cosa cambia, dall’asilo al liceo, se alle elezioni del 24 febbraio vincerà Pier Luigi Bersani:

INVESTIMENTI: 6% DEL PIL Riportare gli investimenti nell’istruzione almeno al livello dei Paesi Ocse (6% del Pil) tagliando altrove la spesa pubblica. Si punta così a “dimezzare il tasso di dispersione scolastica e raddoppiare il numero dei laureati”.

NIDI, 33% COPERTURA DOMANDA In Italia, spiega Puglisi, “serve un nuovo piano pluriennale per estendere la rete di asili nido e raggiungere l’obiettivo del 33% di copertura dei posti richiesto dall’Europa. Il centro sinistra di governo lo ha realizzato anche in epoca di risanamento dei conti, facendo compiere al Paese un balzo in avanti dal 9 al 18%”. Garantire a tutti un posto nella scuola dell’infanzia.

PRIMARIA, IL RITORNO DELLE COMPRESENZE – Il Pd vuole rimettere in vetrina “i gioielli di famiglia del sistema scolastico italiano: tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze“.

SUPER PROF ALLE MEDIE Alle medie va “allungato il tempo scuola– spiega Puglisi- anche per contrastare l’abbandono scolastico. Servono insegnanti specializzati per adolescenza e preadolescenza. “Bisogna dimezzare la dispersione. La sfida è di abbattere, in soli sette anni, il 18% di dispersione, (la media europea è del 13%). Il punto di sofferenza è lo snodo che va dagli 11 ai 16 anni, che coincide con il passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza. Quali soluzioni mettere in campo? “L’allungamento del tempo scuola è il miglior antidoto alle disuguaglianze scolastiche legate all’origine sociale”. Ma servono risorse: “L’estensione del tempo scuola comporta sicuramente oneri aggiuntivi, ma nettamente inferiori al guadagno potenziale per il Paese che ne deriverebbe”, è certa Puglisi.

L’ISTITUTO DI VALUTAZIONE E RICERCA EDUCATIVA Valutazione sì, ma come strumento di lavoro, non per punire. Il Pd pensa ad un “Istituto Nazionale per la Valutazione e la Ricerca Educativa. Nessuna misura singola può cogliere tutti gli aspetti del lavoro educativo: occorre quindi combinare osservazioni da punti di vista diversi.

ZERO PRECARI – Quello che serve “è un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarieta’ dalla scuola e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti”, afferma Puglisi. Occorre “un nuovo sistema che leghi la formazione iniziale al reclutamento selezionando tramite concorso i migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale, secondo numeri programmati al fabbisogno”. Seguono un anno di prova attraverso il tirocinio, supplenze brevi e la firma del contratto a tempo indeterminato.

Il Pd propone un doppio orario per i prof in risposta all’innalzamento netto delle ore in cattedra proposto dal governo Monti: “Con il prossimo contratto nazionale di lavoro, vorremmo consentire agli insegnanti di scegliere fra due opzioni- racconta Puglisi- la prima è quella attuale di 18 ore settimanali di lezione; la seconda è un orario per cui le attività svolte oggi a casa, come la correzione dei compiti, la ricerca didattica, vengono svolte direttamente a scuola nel pomeriggio. Chi sceglie la seconda opzione dovrà essere retribuito maggiormente, avvicinandosi ai migliori livelli europei, e dovràavere accesso esclusivo agli sviluppi di carriera, come le funzioni obiettivo o la posizione di dirigente scolastico”.

LA SCUOLA DIGITALE  Sì alla tecnologia a scuola. Garantendo, però, “l’accesso a Internet nelle scuole (fibra per tutti gli edifici scolastici), copertura Wi-fi, dotazione per insegnanti e alunni del materiale tecnologico anche in comodato gratuito per le attività di didattica in piccoli gruppi”.

EDILIZIA, SERVE UN PIANO – E’ “urgente un piano straordinario per l’edilizia scolastica. Oggi il 64% delle scuole non rispetta le norme di sicurezza”. per attuarlo bisogna, chiude Puglisi, “allentare il patto di stabilità interno per quegli enti locali che investono nella ristrutturazione o nella edificazione di nuove scuole. Rifinanziare la legge del centro-sinistra che permetteva un’accorta pianificazione degli interventi di concerto con gli enti locali. Offrire ai cittadini e alle cittadine la possibilità di destinare l’8 x mille dello Stato, in modo mirato all’edilizia scolastica“.