Pdl, ricambio dei coordinatori locali: Berlusconi vuole “aprire” al territorio

Pubblicato il 10 Ottobre 2010 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA

Elezione diretta dei coordinatori provinciali e indicazione di quelli regionali (che per statuto sono nominati dal presidente): questi ultimi saranno segnalati attraverso un voto ponderato da parte degli eletti in cui, in sostanza, le preferenze dei parlamentari peseranno di più rispetto a quelle dei consiglieri regionali, provinciali o comunali. E’ questa l’idea che Silvio Berlusconi e i vertici del Pdl hanno in mente per “rivitalizzare” il partito e renderlo più aperto alle istanze del territorio.

Un’ipotesi non nuova, circolata in queste settimane, ma che potrebbe essere presto formalizzata. Secondo fonti parlamentari vicine al centrodestra (interpellate dall’Ansa), l’innovazione sarà discussa nel prossimo ufficio di presidenza del Pdl e, con tutta probabilità, approvata. La riunione avrebbe dovuto tenersi la prossima settimana, ma è stata rinviata a causa dell’intervento cui il premier dovrebbe sottoporsi per risolvere il problema alla mano sinistra.

Sull’intenzione da parte di Berlusconi di introdurre questa innovazione nessuno, nel partito, nutre ormai dubbi. Anche perché la proposta sembra venire proprio dai vertici del Pdl, ossia dai tre coordinatori pare su iniziativa di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del partito.

Certo, c’è chi sostiene che questo passo potrebbe essere il preludio per altri cambiamenti: ovvero ad un cambio dei tre coordinatori nazionali (Denis Verdini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi) o all’abolizione del triumvirato in favore di un coordinatore unico. Ma sono voci su cui è meglio mettere il condizionale, se non altro perché in molti, dentro il Pdl, auspicano un rinnovamento ai vertici.

Ma non è detto che Berlusconi decida in questo senso. Anche perché, come sottolinea anche chi avrebbe interesse ad un ricambio, per modificare la struttura verticistica del partito (leggi “abolizione dei tre coordinatori”) si dovrebbe rivedere lo statuto.

Ad ogni modo, in attesa di prendere una decisione sui piani alti del partito, il presidente del Consiglio avrebbe già deciso di introdurre l’innovazione dell’elezione dei coordinatori provinciali e , di fatto, anche di quelli regionali.

Non si tratterà di primarie “aperte”, visto che gli aventi diritto saranno solo gli eletti. Al momento infatti i semplici tesserati sarebbero esclusi. Anzi, i parlamentari avranno un peso maggiore nella decisione se dovesse passare l’idea (al momento più probabile) di un “voto ponderato”.

Per quanto riguarda i coordinatori regionali (e i loro vice) si tratterebbe però solo di una indicazione visto che per statuto sono ”nominati direttamente dal presidente del partito, d’intesa con l’Ufficio di presidenza”. Ma sarebbe un voto importante per indirizzare la scelta del leader: di fatto un’elezione indiretta.