I radicali e la fiducia al Governo: sì, no, forse

Pubblicato il 4 Novembre 2011 - 13:51 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dopo i responsabili, gli indecisi. Come i Radicali: Rita Bernardini, in un’intervista al Fatto Quotidiano, si era detta pronta a votare il maxiemendamento, per essere smentita qualche ora dopo dal compagno di partito Silvio Viale. La sopravvivenza del governo, che non ha più la maggioranza assoluta in Parlamento, è appesa a scelte dell’ultimo minuto, a deliberazioni estemporanee, alla coscienza individuale di qualche deputato. Con il corollario inevitabile di accuse da parte dell’opposizione sulla “campagna acquisti” di Berlusconi. Le ultime defezioni nella maggioranza costringono il coordinatore Pdl Verdini agli straordinari: non sarà facile rimpiazzare i sei che si sono defilati. Anche se, un conto è uscire dal gruppo (del Pdl e dei Responsabili), un altro non votare la fiducia. Che sicuramente verrà usata per blindare il maxiemendamento, l’assicurazione sulla vita del governo Berlusconi.

Proprio la fiducia è il tema della controversia in seno ai radicali. Sono 6 deputati eletti con il centrosinistra che da tempo però vivono più da fuoriusciti che da separati in casa. Per la Bernardini, se il Governo presenta al Senato un maxiemendamento ricalcato esattamente sulle indicazioni della lettera inviata all’Europa, “perché non dovremmo votarla?”. La posizione di Silvio Viale ha una sfumatura, decisiva, diversa. Il provvedimento “potremmo pure votarlo”, non certo la fiducia al Governo. I radicali oscillano, hanno tempo per trovare una soluzione condivisa. Contratteranno con il Governo, come è normale in politica. Calcoleranno i rischi dell’eventuale salvataggio di una maggioranza in difficoltà, anche se con il centrosinistra i ponti sembrano essersi bruciati da un pezzo.

Va incluso nel numero degli indecisi anche il repubblicano Nucara. “Ci riserviamo di votare la fiducia al governo solo sulla base dei contenuti che saranno presentati alle Camere”. Anche qui, lavoro per Verdini, che prometterà, smusserà, proverà a convincere. “Mi sono tenuto il jolly per le emergenze” spiega il Mr Wolf del Pdl. Intanto sui “reprobi” Bonciani e D’Ippolito, usciti dal Pdl, vengono messi all’indice, ma con garbo. Ci si appella alla coerenza perché almeno la fiducia la votino. Non finite tra gli irresponsabili, prova a scuoterli Stefano Saglia. Una moral suasion che continuerà nei prossimi giorni. Molto meglio degli avvertimenti di guerra di uno Storace, arrivato a chiedere la fucilazione sulla schiena per i traditori.