Sondaggio Ipr Marketing, consenso di Berlusconi fermo al 41%: bene Sacconi, male Tremonti e Matteoli

Pubblicato il 17 Giugno 2010 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

Secondo un sondaggio realizzato da Ipr Marketing, il consenso nei confronti di Berlusconi è fermo al 41%. Lo studio conferma il dato che era stato rilevato dallo stesso istituto a maggio. In quel caso il gradimento degli italiani per il presidente del Consiglio aveva toccato il livello minimo da quando era stato nominato premier.

Basti ricordare che a dicembre l’indice di gradimento per Berlusconi era del 48%, mentre nell’ottobre del 2008 toccò l’apice del 62%. Eppure appena due settimane fa il presidente del Consiglio “giurava” che il 62% dei suoi connazionali apprezzasse ancora il suo operato. In questo caso il premier aveva citato i numeri forniti da Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, sua sondaggista di fiducia.

Se per Ipr Marketing Berlusconi non riesce a recuperare terreno rispetto a un mese fa, i suoi ministri qualche passo in avanti lo hanno fatto. Nell’ultimo mese la fiducia nel governo è aumentata di due punti percentuali, passando dal 35% al 37%. Un dato che contrasta con il giudizio sull’operato del governo: il 58% dice di non apprezzare le mosse dell’esecutivo (presumibilmente il riferimento è alla manovra), rispetto al 65% di maggio.

L’ipotesi che la manovra non sia piaciuta agli italiani sembra confermata dal gradimento nei confronti del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che passa dal 57% al 55%. Il ministro più apprezzato è invece quello del Welfare Maurizio Sacconi, che sale fino al 64% di consenso. Seguono il ministro della Giustizia Angelino Alfano e quello degli Interni Roberto Maroni, appaiati a quota 59%. Male invece il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, dopo che il suo nome è stato coinvolto nell’inchiesta sui Grandi Eventi: il mese scorso il 44% degli italiani aveva fiducia in lui, il dato attuale invece si ferma al 40%.

Per quanto riguarda i partiti, sia il Pdl che il Pd sono in calo: il partito di Berlusconi scende dal 40% al 38%, quello guidato da Bersani fa ancora peggio, portandosi dal 38% al 34%. Il dato della Lega rimane inalterato al 32%.