Coree, iniziate le manovre Usa-Seul: il Nord schiera i missili

Pubblicato il 28 Novembre 2010 - 08:40 OLTRE 6 MESI FA

La portaerei George Washington

Sono cominciate la mattina del 28 novembre nel Mar Giallo, in una situazione di estrema tensione, le manovre militari navali fra Stati Uniti e Corea del Sud, cui partecipa anche la portaerei a propulsione nucleare americana George Washington, che trasporta quasi 6mila uomini e 75 jet da combattimento.

Colpi di cannone provenienti dalla Corea del Nord sono stati uditi vicino all’isola sudcoreana di Yeonpyeong – gia’ attaccata martedi’ scorso – poco dopo l’inizio delle esercitazioni. In precedenza, secondo l’agenzia sudcoreana Yonhap, i nordcoreani hanno piazzato missili terra-terra e terra-aria sulle rampe di lancio nei pressi della frontiera. E la Kcna, l’agenzia ufficiale di Pyongyang, ha minacciato una risposta ”senza pieta”’ a ogni ”provocazione” e ”violazione” delle proprie acque territoriali.

Il comando militare di Seul ha dato e in rapida successione revocato l’ordine ai residenti di Yeonpyeong di recarsi nei rifugi. L’isola e’ stata bersagliata martedi’ dall’artiglieria nordcoreana, nel primo bombardamento contro il territorio del Sud dopo la fine della guerra del 1950-53. Nell’attacco sono stati uccisi quattro sudcoreani, due marines e due civili.

Pyongyang ha tuonato ieri contro le manovre, affermando che potrebbero portare a ”conseguenze imprevedibili”. Gli Usa hanno affermato che le esercitazioni hanno lo scopo di ”rafforzare la deterrenza” verso Pyongyang. La Cina, principale alleata della Corea del Nord, ha condannato le manovre e ha lanciato un’intensa attivita’ diplomatica nel tentativo di ricomporre la crisi. Il massimo responsabile cinese per la Corea, il consigliere di Stato Dai Bingguo, e’ arrivato a Seul per colloqui con i dirigenti sudcoreani, e martedi’ sara’ a Pechino il presidente dell’Assemblea Suprema del Popolo nordcoreana, Choe Tae-bok, il piu’ alto dirigente di Pyongyang a recarsi in Cina dopo l’attacco di martedi’.

Intanto, il ministero della difesa sudcoreano ha invitato i giornalisti che si trovano sull’ isola di Yeonpeyong ad abbandonarla perche’ la situazione ”e’ brutta”.  Dopo il bombardamento quasi tutti i 1700 residenti dell’ isola sono stati evacuati e solo una ventina sono rimasti. Un ordine di recarsi nei rifugi e’ stato prima lanciato, poi revocato oggi dal comando sudcoreano.