Russia e Ucraina, come siamo arrivati alla guerra? Dal 2014, Putin dalla pace alle bombe

di Caterina Galloni
Pubblicato il 27 Febbraio 2022 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Russia e Ucraina, come siamo arrivati alla guerra? Dal 2014, Putin dalla pace alle bombe

Russia e Ucraina, come siamo arrivati alla guerra? Dal 2014, Putin dalla pace alle bombe FOTO ANSA

Per mesi Vladimir Putin ha negato di voler attaccare l’Ucraina, ma ha poi annunciato una “operazione militare speciale” nella regione del Donbass. Come riferisce bbc.com, le ultime iniziative di Putin arrivano pochi giorni dopo aver ignorato un accordo di pace e ordinato alle truppe in due regioni orientali controllate dai separatisti, di “mantenere la pace”. Negli ultimi due mesi la Russia ha dispiegato almeno 200.000 soldati vicino ai confini dell’Ucraina e si teme che l’ultima mossa rappresenti il primo passo di una nuova invasione. Quello che accadrà dopo potrebbe mettere a repentaglio l’intera struttura di sicurezza dell’Europa.

Dove vengono inviate le truppe russe e perché?

Nel 2014, quando la Russia ha invaso l’Ucraina i ribelli sostenuti dal presidente Putin hanno conquistato vaste aree dell’est e da allora hanno combattuto contro l’esercito ucraino. C’era un accordo di pace internazionale raggiunto a Minsk, ma il conflitto continua e dunque il leader russo sostiene che sta inviando truppe in due aree controllate dai ribelli. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha categoricamente rifiutato l’uso da parte della Russia della parola peacekeeper, pacificatore.

Qual è il problema di Putin con l’Ucraina?

La Russia si è opposta all’iniziativa dell’Ucraina di aderire alle istituzioni europee, sia la Nato che l’UE.  Putin ha affermato che l’Ucraina è un burattino dell’Occidente e comunque non è mai stato uno Stato vero e proprio.
Chiede garanzie dall’Occidente e dall’Ucraina che la nazione non si unirà alla Nato, un’alleanza di 30 paesi, e che l’Ucraina si smilitarizzi e diventi uno stato neutrale. In quanto ex repubblica sovietica, l’Ucraina ha profondi legami sociali e culturali con la Russia e la lingua russa è ampiamente parlata ma dal 2014, dopo l’invasione, le relazioni si sono logorate. La Russia ha attaccato l’Ucraina quando il presidente filo-russo è stato deposto all’inizio del 2014. La guerra nell’est da allora ha causato più di 14.000 vittime.

Perché è pericoloso il riconoscimento delle zone ribelli?

Finora queste cosiddette repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk sono state gestite da delegati russi. In base al decreto di Putin che le riconosce come indipendenti, le truppe russe vengono per la prima volta considerate come di stanza e possono anche costruire basi militari. Riversando truppe russe in un’area che ogni giorno assiste a centinaia di violazioni del cessate il fuoco, il rischio di una guerra aperta diventa molto più alto.  Le due zone ribelli avrebbero avuto uno status speciale all’interno dell’Ucraina in base agli accordi di pace di Minsk, ma la mossa di Putin impedisce che accada.

Ciò che rende la situazione più allarmante è che i due staterelli ribelli non solo rivendicano il territorio limitato che detengono, ma vorrebbero il controllo di tutte le regioni ucraine di Donetsk e Luhansk.  “Li abbiamo riconosciuti, vero, e questo significa che abbiamo riconosciuto tutti i loro documenti costitutivi”, ha detto il leader russo. La Russia ha dato più di 700.000 passaporti nelle aree guidate dai ribelli, dunque qualsiasi azione potrebbe essere giustificata come protezione dei propri cittadini.

Fin dove si spingerà la Russia?

In teoria, le forze russe potrebbero mirare a spazzare l’Ucraina da est, nord e sud e cercare di rimuovere il governo democraticamente eletto. Potrebbero mobilitare truppe in Crimea, Bielorussia e attorno ai confini orientali dell’Ucraina. Negli ultimi anni l’Ucraina ha rafforzato le sue forze armate e la Russia si troverebbe ad affrontare una popolazione ostile. I militari hanno richiamato tutti i riservisti di età compresa tra i 18 ei 60 anni. L’alto funzionario militare statunitense Mark Milley ha affermato che la portata delle forze russe significherebbe uno scenario “orribile” con conflitti in aree urbane molto popolate.

Cosa può fare l’Occidente?

L’Occidente sostiene che l’iniziativa della Russia è illegittima e il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, l’ha definita una violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina. Ma gli alleati della Nato hanno chiarito che non ci sono piani per inviare truppe da combattimento in Ucraina. Hanno invece offerto all’Ucraina esperti, armi e ospedali da campo. La risposta principale, dunque, sarà penalizzare la Russia con le sanzioni:

  • La Germania ha sospeso l’approvazione per il completamento del gasdotto russo Nord Stream 2, un importante investimento sia della Russia che delle società europee.
  • L’UE ha concordato ampie sanzioni. Includono 351 parlamentari che hanno sostenuto la “decisione illegittima” della Russia di riconoscere  le regioni controllate dai separatisti come stati indipendenti.
  • Gli Stati Uniti affermano che stanno eliminando il governo russo dalle istituzioni finanziarie occidentali e prendono di mira le “élite”.
  • Il Regno Unito sta prendendo di mira cinque grandi banche russe e tre miliardari.
    Sanzioni maggiori sono lasciate in riserva.

Gli Usa stanno esaminando le istituzioni finanziarie e le industrie chiave della Russia. L’UE si sta concentrando sull’accesso della Russia ai mercati finanziari. Il Regno Unito ha avvertito che “quelli dentro e intorno al Cremlino non avranno nessun posto dove nascondersi”. Con restrizioni alle imprese russe che accedono al dollaro e alla sterlina. L’ultimo colpo economico sarebbe quello di disconnettere il sistema bancario russo dal sistema di pagamento internazionale Swift. Ma ciò potrebbe avere un grave impatto sulle economie degli Usa e dell’Europa. Nel frattempo, 5.000 soldati della Nato dispiegati negli stati baltici e in Polonia. Altri 4.000 potrebbero essere inviati in Romania, Bulgaria, Ungheria e Slovacchia.