Stop al gas dall’Egitto, impatto da un milione e mezzo di dollari al giorno per Israele

Pubblicato il 9 Febbraio 2011 - 17:22 OLTRE 6 MESI FA

TEL AVIV – E’ di circa un milione e mezzo di dollari al giorno, per Israele, l’impatto economico della sospensione delle forniture di gas dall’Egitto, causata durante il fine settimana dall’esplosione che – nel pieno della rivolta egiziana – ha danneggiato il gasdotto del Sinai. Lo rivela iSl giornale Haaretz, citando le stime del direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Shaul Zemach.

Lo Stato ebraico – come assicurato dal governo – ha fatto fronte all’accaduto ricorrendo a fonti alternative e senza alcuna forma di razionamento dell’energia. Ma l’utilizzo di altri combustibili fossili – come il gasolio o il mazut – comporta un incremento dei costi fino a ”dieci volte rispetto al gas”, ha sottolineato Zemach, auspicando che il gasdotto del Sinai possa tornare in funzione a pieno regime, secondo le attese, gia’ entro la settimana prossima. Anche perché il Paese appare in questi mesi per la prima volta sotto la pressione dei contraccolpi della crisi economica internazionale, fra innalzamento di prezzi e tariffe e protesta sociale montante.

Il gasdotto del Sinai fornisce in totale a Israele oltre il 40% del fabbisogno nazionale. L’esplosione dei giorni scorsi, attribuita da alcune fonti a un attentato, ha danneggiato in realtà solo la diramazione diretta verso Giordania e Siria, ma ha comunque indotto le autorità egiziane a fermare a scopo precauzionale l’intero impianto: sospendendo quindi il flusso anche verso le condutture che attraverso il deserto e la tratta sottomarina Al-Arish-Ashdod raggiungono Israele.