Annunziata “sgridata”, “libera di insultare”, “lanciava sampietrini a Lama”

Pubblicato il 19 Marzo 2013 - 13:13| Aggiornato il 19 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dopo la lite in diretta tv tra Lucia Annunziata e Angelino Alfano, nel corso della trasmissione “In 1/2 ora” in onda su Rai 3, sono piovute non poche polemiche. Prima le tempeste in casa Pdl, poi il richiamo del direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. Ma il giorno dopo sulla stampa il giudizio su quel “forse siete impresentabili” sbottato in faccia ad Alfano, è stato altrettanto inclemente. Il Sole 24 Ore, giornale di Confindustria, più imparziale, parla di “scuse Rai, ma al Pdl non basta”. “Sgridata” tra virgolette, secondo il Fatto Quotidiano che parla di “cartellino giallo” per la Annunziata. Solo un “buffetto” quello di Gubitosi, secondo il quotidiano Libero che titola “Annunziata libera di insultare in Rai un italiano su tre”. Fino ad arrivare al Giornale dei Berlusconi, che restituisce l’insulto alla giornalista, “impresentabile” che “lanciava sampietrini in piazza a Lama”.

Il Sole 24 Ore ne fa un discorso di servizio pubblico: se da un lato quasi tutti i vertici di Viale Mazzini si sono rammaricati, dall’altro il Pdl non si accontenta. E cita Maurizio Gasparri che chiede: “Misure adeguate. La sua è una provocazione di una militante politica che insulta milioni di italiani a spese degli italiani”, Fabrizio Cicchitto che parla di “battuta da guerra civile fredda” e Antonio Gentile che invoca una “censura formale” se non addirittura una “sorveglianza preventiva” (Antonio Verro).

Impietoso Francesco Specchia sul quotidiano Libero, che esordisce con una parabola manzoniana: “Lucia, qui, è un nome sgraziatamente manzoniano. E il problema, qui, non è l’odio di Stato in una convulsa diretta televisiva. No. Il problema è, prima di tutto, l’educazione; che, come il coraggio di Don Abbondio, se uno non ce l’ha non se lo può dare”. E attacca la tv di Stato, “rea di minimizzare” con un “sono cose che non dovrebbero accadere”. Ma, attacca Specchia, “in condizioni normali qualsiasi altro giornalista della tv di Stato sarebbe stato sospeso o sanzionato. Invece, Annunziata, come sempre, gode di allegra intangibilità“. Poi si dilunga in una accurata lista di “precedenti”, appositamente riassunta in un box sotto al titolo.

“Nel marzo 2006 la Annunziata aveva dato dell’offensivo a Silvio Berlusconi. L’ex premier lasciò gli studi. Nell’aprile 2011 alla trasmissione Potere su RaiTre cerca di tirare verso l’antiberlusconismo Rizzo e Stella. Verdini reagisce sui titoli di coda. Nel marzo 2012, su Celentano, dice ‘l’avrei difeso anche se a Sanremo avesse detto che i gay devono andare nei campi di sterminio’. Marzo 2012, alza i toni con Rutelli contro la Guzzanti che la imita: ‘Ancora mi rompete le palle’. Febbraio 2013, a leader, non riesce a gestire la lite Sallusti-Ingroia”.

Contrattacca il Giornale, che in un articolo a firma di Alessandro Gnocchi, rievoca i tempi in cui la giornalista scesa in piazza come reporter del Manifesto, sollevò da terra un sampietrino e lo scagliò in direzione del sindacalista Luciano Lama. Gnocchi è andato a ripescare l’episodio nel libro autobiografico della stessa Annunziata, 1977 edito da Einaudi, in cui ricorda gli anni della contestazione. Questo il giudizio impietoso: “La giornalista giudica eversivi i parlamentari Pdl che cantano l’Inno fuori da Palazzo di giustizia. Ma rievoca con orgoglio la pietra che tirò a Lama”. Segue citazione integrale del brano autobiografico della Annunziata. E conclude: “E’ proprio vero il luogo comune: qualcuno nasce incendiario e muore pompiere. Ma a volte resta impresentabile”.

Persino il Fatto Quotidiano non resta del tutto imparziale. Dopo aver riportato i rimproveri di Gubitosi e Vianello tira un po’ le orecchie alla conduttrice di “In 1/2 ora”. Scrive il Fatto: “Tace l’Annunziata. Forse perché si era già scusata nel corso del programma. ‘Sono stata un po’ pesante’: se n’era accorta pure lei”.