La candidatura di Frattini alla Nato? Rottamata . Fabrizio De Feo, Il Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2014 - 13:24 OLTRE 6 MESI FA
Enrico Letta

Enrico Letta

ROMA – “La candidatura di Frattini alla Nato? Rottamata” scrive Fabrizio de Feo sul Giornale (e come aveva già previsto Blitz quotidiano), tutta colpa di Renzi: “Il premier sponsorizza Letta e così manda a monte l’impegno di Napolitano, Berlusconi e Monti”.

L’articolo completo:

Una tessitura diplomatica certosina durata due anni sul no­me di Franco Frattini alla quale hanno partecipato Silvio Berlu­sconi, Mario Monti, Enrico Letta e Giorgio Napolitano. La costru­zione di un appoggio politico tra­sversale da parte di Forza Italia, Ncd, Scelta Civica e Pd. Un tour mondiale che è valso al nostro ex ministro degli Esteri il via libera informale di 22 Paesi su 28. L’ap­poggio convinto di due membri pesanti come Francia e Turchia. Poi, improvvisamente, la brusca frenata,complice l’entrata in sce­na di un outsider come l’ex pre­mier norvegese Jens Stoltenberg, gradito ad Angela Merkel e agli Stati Uniti e il sostanziale disinte­resse di Matteo Renzi per la que­stione.
In ambienti diplomatici si rac­conta che alla base di questo ribal­tone ci sarebbero soprattutto i messaggi poco chiari arrivati dal governo italiano sulla questione degli F35. In secondo luogo l’ine­sp­erienza del presidente del Con­siglio che nella sua prima telefo­nata con Barack Obama si sareb­be fatto trovare spiazzato di fron­te all’annuncio del presidente de­gli Stati Uniti dell’entrata in sce­na dell’ennesimo candidato nord-europeo (il norvegese Stol­tenberg andrebbe a sostituire il danese Anders Fogh Rasmussen, subentrato a sua volta all’olande­se Jaap de Hoop Scheffer). A quel punto Matteo Renzi avrebbe ra­gionato sulla possibilità di oppor­re a un ex premier come Stolten­berg un altro ex premier come En­rico Letta. Un tentativo, quello di regalare un elmetto al suo prede­cessore a Palazzo Chigi, che il «candidato inconsapevole» non ha preso affatto bene, facendo sa­pere di voler essere tenuto fuori dall’operazione. Un rifiuto ac­compagnato da una telefonata chiarificatrice di Letta a Giorgio Napolitano e a Franco Frattini, comprensibilmente deluso dalla gestione del dossier.
A questo punto il tentativo di re­cuperare in extremis la candida­tura italiana è tutto nelle mani di Giorgio Napolitano. Il presiden­te della Repubblica avrà un incon­tro di 60 minuti con Obama, in modalità one to one . Un faccia a faccia nel quale il capo dello Stato chiederà a Obama i motivi della sua scelta e ribadirà la piena affi­dabilità dell’Italia. Napolitano proverà a ricordare che diversi Pa­esi- ad esempio la Francia che un anno e mezzo fa durante la visita di François Hollande concesse il suo appoggio a Frattini – ritengo­no che la massima poltrona della Nato questa volta dovrebbe spet­tare a un Paese mediterraneo. Il capo dello Stato farà riferimento anche alla lunga attesa dell’Italia che non ottiene la segreteria ge­nerale da 40 anni. In ogni caso tut­ti sono consapevoli che a questo punto l’impresa appare difficilis­sima, a meno che non si manife­sti la «resistenza» compatta di un fronte allargato di Stati-membri. In una riunione andata in scena alla Nato venerdì scorso pare che dieci Paesi, tra cui l’Italia, abbia­no mostrato perplessità sul no­me di Stoltenberg e sul metodo con cui è emersa la sua candidatu­ra. Difficilmente, però, il primo aprile, quando andrà in scena la decisiva riunione ministeriale, questo sarà sufficiente a incrina­re l’asse di ferro Obama-Merkel.