Governo Letta, Imu, Siria, serie A: rassegna stampa e prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Agosto 2013 - 08:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gas in Siria, Obama preme. Il Corriere della Sera: “La Siria apre agli ispettori Onu, ma per gli Stati Uniti «è troppo tardi». E si fa sempre più concreta l’ipotesi di un intervento sull’asse Londra-Washington dopo la strage con i gas. Mosca: non ripetere gli errori del passato.”

La solitudine dei moderati. L’editoriale a firma di Ernesto Galli della Loggia:

“Se le cose continueranno a essere come sono oggi (ed è molto probabile), Berlusconi ha verosimilmente una sola via possibile per restare davvero al centro della vita politica italiana. Ma è una via che ha le tinte cupe dell’Apocalisse: andare ai «domiciliari», far saltare il governo, puntare al più presto alle elezioni anticipate con l’attuale legge elettorale, vincerle. Una via non solo carica d’incognite per lui temibilissime (a cominciare dalle reazioni del presidente della Repubblica per finire con le ripercussioni sull’immagine e sulla tenuta economica del Paese), ma interamente all’insegna del «tutto o niente». E il «tutto o niente», se può sedurre la psicologia del giocatore, può anche condurre lo stesso alla rovina totale. Esclusa l’Apocalisse non resta che il Tramonto: a oltre 75 anni di età (ma anche a 45 forse non farebbe differenza) non si può fare il leader effettivo di un partito e di un Paese nelle condizioni in cui si troverebbe Berlusconi stando ai «domiciliari». Dunque il Tramonto. E con esso la domanda inevitabile: che effetto avrebbe la scomparsa del Sole sulle sorti del Pdl? È ragionevole pensare che l’effetto sarebbe la sua virtuale dissoluzione. Un partito personale ben difficilmente riesce a fare a meno del fondatore-padrone, e Berlusconi lascia dietro di sé il vuoto, a cominciare dall’assenza di qualunque meccanismo collaudato in grado di prendere decisioni minimamente vincolanti per tutti. Esito più probabile, pertanto, una rissa inconcludente e feroce di cacicchi e cacicche minacciati di disoccupazione, di tutti contro tutti, con implosione finale del Pdl.”

Nel Pdl è guerra aperta dopo il vertice di Arcore. L’articolo a firma di Tommaso Labate:

“«Quando una donna mette fuori la testa, ci sono i maschi che reagiscono. Secondo voi, se fossi stata un uomo, mi avrebbero attaccata così come hanno fatto? In questo Paese, quando una donna mette fuori la testa…». Alle 9 di ieri sera, sfogandosi privatamente con amiche e colleghe, Daniela Santanchè apre quello che — probabilmente — diventerà un nuovo filone della guerra tra «falchi» e «colombe» in corso tra i berlusconiani. La «questione femminile». La «Pitonessa» ha messo in fila la pila di dichiarazioni con cui ieri un pezzo del gruppo dirigente del Pdl, da Renato Schifani a Fabrizio Cicchitto, ha replicato alle sue ultime bordate. A prendere per buono lo sfogo notturno no, dice la Santanchè, «io non ho alcuna voglia di fare la guerra. E, se ci fate caso, non ho mai attaccato per prima nessuno. Semmai, ho risposto agli attacchi degli altri». In ogni caso, «dico e confermo che siamo un partito unito, convinto della dichiarazione firmata dopo la riunione di Arcore da Angelino Alfano. Abbiamo — aggiunge — un problema più grosso. Preservare l’agibilità politica del nostro presidente. Se altri sentono il bisogno di sfogarsi con me, che facciano pure. Io non ho problemi». Il resto delle riflessioni serali della Santanchè rimanda alle posizioni ormai note della «Pitonessa»: «Dobbiamo reagire. Non possiamo continuare a stare nella stessa maggioranza dei nostri carnefici, non possiamo rimanere fermi rispetto ai giudici politicizzati, non possiamo fermarci rispetto al problema di Magistratura democratica». E via dicendo. Fino a quell’accenno di risposta alle polemiche della giornata di ieri. «Se fossi stata un uomo, mi avrebbero attaccata così come fanno?».”

Il governo: sull’Imu nessun rinvio. Ma la maggioranza è ancora divisa. L’articolo a firma di Lorenzo Salvia:

“Dopo il gran consiglio di Arcore, il Pdl ripete a più voci che senza la cancellazione anche della seconda rata Imu, quella di dicembre, sarà inevitabile apire la crisi di governo. E che l’abolizione deve riguardare tutti, ricchi e poveri, con l’unica eccezione delle abitazioni di super lusso già escluse dalla sospensione. Il Pd, invece, conferma la sua linea: abolizione della seconda rata ma non per tutti. I ricchi — anche se in realtà le rendite catastali hanno le loro sperequazioni — dovrebbero continuare a pagare. Altrimenti c’è il rischio di non avere le risorse necessarie per gli altri dossier aperti sul tavolo del governo, dal rifinanziamento della cassa integrazione al congelamento dell’Iva, dalle missioni internazionali fino alla messa in sicurezza di un altro scaglione di esodati. Nel merito, anche ieri i tecnici del ministero dell’Economia hanno lavorato su diverse ipotesi. Oggi il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni farà il punto con i suoi collaboratori per rendere possibile un primo giro di tavolo durante il Consiglio dei ministri del pomeriggio, dedicato al pacchetto sulla pubblica amministrazione. I 2,4 miliardi di euro necessari per cancellare definitivamente la prima rata sono stati trovati e quindi su questo punto non ci saranno sorprese. Per eliminare anche la seconda rata di miliardi ne servirebbero altri due, ma al momento ne sarebbe stato trovato soltanto uno, grazie all’Iva sui pagamenti dei vecchi debiti della pubblica amministrazione. Cancellare l’Imu per tutti nel 2013 significherebbe quindi aumentare una serie di accise, quelle su alcol, giochi e tabacchi. Con un problema in più, le risorse da destinare ai Comuni. «L’abolizione dell’Imu — dice Piero Fassino, presidente dell’Anci, l’associazione dei sindaci — comporta per noi un buco finanziario insostenibile. In caso il governo deve dirci con quali risorse sostituire i flussi oggi garantiti».”

Il fronte dei mediatori trasversali e il paracadute del «Letta bis». L’articolo a firma di Tommaso Labate:

“«Io continuo a non pensare che Silvio Berlusconi provochi la crisi di governo. Ma se la provoca…». A questo punto il senatore del gruppo «Gal», la pattuglia a cui tutti guardano nell’attesa di azionare il pallottoliere del possibile Letta bis, trattiene il fiato. Poi lo dice: «Se Berlusconi provocasse la crisi di governo, io penso che al Senato verrà fuori una maggioranza silenziosa. E che il Cavaliere, in questo caso, si troverebbe ad avere a che fare con molte sorprese e moltissime delusioni». È il primo a venire allo scoperto. Il primo senatore eletto col centrodestra a parlare esplicitamente di una nuova maggioranza de-berlusconizzata. E non si nasconde dietro l’anonimato. Anzi. Il suo nome è Paolo Naccarato. È stato sottosegretario nell’ultimo governo Prodi ed è molto legato a Giulio Tremonti, che l’ha inserito nella sua «quota» nelle liste della Lega. E, soprattutto, è uno di quei democristiani doc allevati alla scuola di Francesco Cossiga. «Sa perché dico che, secondo me, alla fine Berlusconi non staccherà la spina al governo? Perché, pensando a quello che ci aspetta al Senato, mi è tornata in mente come un piacevole ronzio una cosa che mi diceva Cossiga», racconta Naccarato. «“Vedi Paolo”, mi diceva, “sono tantissimi quelli che non hanno capito l’ultima metamorfosi di Berlusconi. Adesso pensa davvero al bene del Paese”. Sembravano parole esagerate. Eppure, negli ultimi anni, s’è sempre fermato prima di scombinare il quadro politico. Se lo facesse questa volta, avrebbe amarissime sorprese, a Palazzo Madama…», conclude il suo racconto.”

Letta: la crisi ora, una follia. La Stampa: “«Una crisi di governo in questo momento sarebbe una follia». Enrico Letta vola in Afghanistan mentre a Roma rullano i tamburi di guerra del Pdl che alza il vessillo dell’Imu e minaccia di dare la spallata definitiva all’esecutivo se non si troverà una via d’uscita per l’agibilità politica di Silvio Berlusconi.”

Che cosa salta con la crisi di governo. L’articolo a firma di Roberto Giovannini:

“Enrico Letta ostenta serenità, ma non c’è dubbio che il destino del governo è appeso letteralmente a un filo. Peraltro, proprio in un momento assolutamente decisivo sul versante delle scelte di politica economica. Da un lato perché questo è il momento di sciogliere nodi rimasti aperti su temi importanti quali la riforma dell’Imu, la sterilizzazione dell’Iva, il rifinanziamento della Cig in deroga. Dall’altro, perché si avvicina il varo della legge di stabilità 2014, la norma che dovrebbe ridisegnare la politica economica in senso più espansivo per accompagnare la ripresa e creare lavoro. Si gioca tutto in pochi giorni. Oggi il primo banco di prova sarà la riunione di Consiglio dei ministri che dovrebbe licenziare il pacchetto D’Alia sui precari del pubblico impiego e l’Agenzia per il riuso dei fondi europei per lo sviluppo non utilizzati. A quanto si conosce un’intesa nella maggioranza già è stata raggiunta. Poi mercoledì sarà la volta della decisione sull’Imu.”

Damasco dice sì agli ispettori Onu. L’articolo a firma di Paolo Mastrolilli:

“La Siria ha accettato di far andare gli ispettori dell’Onu sul luogo dell’attacco chimico di mercoledì, ma questa concessione non ha accontentato gli Stati Uniti, che l’hanno giudicata «troppo in ritardo per essere credibile». Diversi parlamentari americani hanno detto che a questo punto si aspettano «un’azione chirurgica» da parte del presidente Obama per rispondere ad Assad. In altre parole, un possibile lancio di missili su strutture usate da Damasco per il suo attacco. La concessione è arrivata dopo una serie di pressioni, condotte dall’inviata dell’Onu Angela Kane, dalla Russia, dall’Iran, e dallo stesso segretario di Stato americano Kerry, che sabato aveva chiamato il collega siriano Walid al-Muallim, in quello che è stato interpretato come un ultimo avvertimento. Nel frattempo Obama aveva riunito alla Casa Bianca il Consiglio per la Sicurezza Nazionale, e telefonato al premier britannico Cameron. Londra ha pochi dubbi sulla matrice dell’attacco chimico, e insieme a Parigi aveva sollecitato subito una risposta dura. Obama però vorrebbe la copertura dell’Onu, o almeno di una solida coalizione internazionale. Cameron avrebbe proposto di lanciare un ultimatum finale ad Assad attraverso l’Onu, affinché disarmi. Se non rispondesse in maniera positiva, la Nato avrebbe la giustificazione legale per agire, anche senza una risoluzione del Palazzo di Vetro per autorizzare l’uso della forza, che sarebbe comunque bloccata dal veto di Mosca e forse di Pechino.”

Serie A, Napoli show: che tris! Volano Roma e Lazio. L’articolo de Il Corriere dello Sport:

“Comincia al meglio il campionato di Napoli, Roma e Lazio che si prendono i tre punti e raggiungono in testa alla classifica la Juventus. Bene gli azzurri di Benitez che travolgono per 3-0 il Bologna con la doppietta di Hamsik e il sigillo di Callejon. Bene anche la Roma che espugna Livorno con i gol del ritrovato De Rossi e di Florenzi. Lazio show all’Olimpico: 2-1 all’Udinese con Hernanes e Candreva su rigore. Vittorie convincenti anche per il Torino e per il Cagliari. Pari senza reti al Tardini fra il Parma di Cassano e il Chievo.”