Rassegna stampa. Il Monti-bis spacca la maggioranza. Casini favorevole, Alfano frena

Pubblicato il 10 Settembre 2012 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera

Così la corruzione frena l’Italia. Il Corriere della Sera: “La corruzione è una zavorra per l’Italia: pesa come una “tassa” del 20% sugli investimenti stranieri. Il ministro della Giustizia, Paola Severino: “Se blocchiamo l’illegalità, la crescita del reddito potrebbe essere superiore del 2-4%”.

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“La lotta contro la corruzione fa crescere il reddito di un Paese”. L’articolo a firma di Dino Martirano:

“Ormai quasi tutti i giorni il presidente del Consiglio ricorda a se stesso e alla maggioranza che «la legge anticorruzione si farà prima della fine della legislatura perché è essenziale per la competitività del Paese». E ancora ieri il governo ha schierato i ministri Paola Severino, Anna Maria Cancellieri e Filippo Patroni Griffi su questo fronte perché la settimana di ripresa dei lavori parlamentari si profila piuttosto calda. A Cernobbio, al workshop dello studio Ambrosetti, il Guardasigilli ha citato un dato che da solo dovrebbe convincere tutte le forze politiche sull’ineluttabilità di una più severa normativa contro la corruzione: «Secondo le stime della Banca mondiale, la crescita del reddito potrebbe essere superiore del 2-4% con una efficace lotta alla corruzione». Per questo il ministro Patroni Griffi (Funzione pubblica) ha ricordato che nel ddl c’è anche la prevenzione: «Contro la corruzione servono infatti la rotazione dei dirigenti e maggiori incompatibilità per chi è al vertice nella Pubblica amministrazione».”

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Le tangenti e gli investimenti stranieri come una «tassa» del 20 per cento. L’approfondimento a firma di Dino Martirano:

“In altre parole, le statistiche dimostrano che «nei distretti di Corte d’Appello più “inefficienti” le famiglie sono penalizzate sul mercato del credito». Ma una amministrazione pigra e inefficiente del processo civile «influenza anche la quota di ricchezza che le famiglie detengono sotto forma “statica” (contante e depositi) rispetto a quella detenuta in strumenti finanziari “dinamici” (azioni e obbligazioni)». Inoltre, una giustizia civile lenta «incrementa il ricorso delle imprese al debito commerciale (dilazioni di pagamento)» ed è associata anche a una minore natalità delle imprese e soprattutto a una loro minore dimensione media: «Una riduzione della durata delle procedure civili del 50% accrescerebbe del 20% le dimensioni medie delle imprese manifatturiere».”

Così la crisi della moneta mette a rischio la sicurezza. L’approfondimento a firma di Massimo Franco:

“La bancarotta del governo di Atene avverrebbe infatti in un contesto di inimicizia nei confronti della Germania, la più tenace nel centellinare gli aiuti. E questo avrebbe una serie di effetti collaterali in tutta l’area compresa fra l’Egeo e i Balcani. «Si chiuderebbero le prospettive a breve e medio termine di un ingresso di Serbia e Montenegro nell’Ue», ha scritto sulla rivista Survival Francois Heisburg, presidente dell’IISS, l’International Institute for Strategic Studies di Londra, e della Fondazione per la ricerca strategica di Ginevra. Il contraccolpo sarebbe quello di bloccare l’evoluzione dei governi balcanici verso una politica europeista; e di esacerbare l’instabilità in aree già martoriate come Bosnia-Erzegovina e Kosovo. Ma il vero fronte scoperto diventerebbe quello orientale. Già a giugno, quando il governo di Cipro ha chiesto un prestito di 5 miliardi di euro alla Russia per tirarsi fuori dai guai almeno a breve termine, a Bruxelles ci si è chiesti perché non si fosse rivolto all’Unione Europea. Era chiaro che i vincoli chiesti dalla Commissione e dalla Bce costituivano un ostacolo. Ma era altrettanto evidente che quella mossa poteva segnare l’inizio di una penetrazione strategica della Russia.”

Casini: Monti bis Alfano non ci sta: allora si candidi. L’articolo a firma di Roberto Bagnoli:

“Lo scenario è dunque complesso e lo scacchiere può prevedere mosse a sorpresa. I ministri Corrado Passera (Sviluppo) e Vittorio Grilli (Economia) non rinunciano a commentare e sposano la stessa linea: il governo è a termine e toccherà agli italiani scegliere chi deve governare. Anche Mario Monti ieri, nel suo intervento conclusivo, ha insistito sulla «episodicità» del suo governo ma ha detto anche molte altre cose. La più importante delle quali è il «consiglio a chi verrà dopo di noi» di continuare sulla strada tracciata «perché le scelte decisive si fanno ormai a Bruxelles». È la stessa moral suasion lanciata ai partiti dal capo dello Stato Giorgio Napolitano a non smontare le riforme fatte dall’esecutivo tecnico. Ora i partiti dovranno lavorare di cesello sui programmi e sulla difficile quadra per la nuova legge elettorale. Altrimenti l’ipotesi Monti-bis diventa sempre più concreta. Una prospettiva che non sembra interessare la Lega. Per Maroni, il premier «fa male all’economia del Nord» e il senatore Fabio Rizzi lo invita a «non fidarsi dei marpioni democristiani».”

Berlusconi prepara la sua strategia e si rilassa in Kenya. L’articolo a firma di Tommaso Labate:

“Per colmare il leggero ritardo sulla tabella di marcia degli otto chili da perdere entro i primi di settembre, e anche per rimettersi dal piccolo infortunio in cui è incappato in Sardegna, Berlusconi ha scelto quindi come rifugio dorato il resort «Lion in the sun» di Briatore. Il Cavaliere, che ha anche visitato le suite del nuovo residence griffato Billionaire dell’amico (ne comprerà una, in futuro?), esce solo la mattina presto. Per lunghe passeggiate e un bagno a mare. E il resto del tempo lo passa nel centro benessere dell’albergo. Mentre pranzi, cene e anche la prima colazione sono regolati da una dieta ferrea. Ma, nonostante i ritmi vacanzieri, il Berlusconi ospite di Briatore è consapevole dei tormenti che lo attendono al rientro. Anche perché sa di trovarsi alla guida di un partito diviso tra chi guarda alla Grande Coalizione suggerendogli di adottare il proporzionale tedesco. E chi, come gli ex An, contro questa prospettiva sarebbe pronto anche a brandire l’arma della scissione.”

Monti: no al bis. Il Pd: tocca a noi. La Repubblica: “Il presidente del Consiglio esclude “condizioni aggiuntive” per attivare lo scudo salva-spread. Hollande annuncia due anni di sacrifici.”

Premiership, la sfida di Bersani “Noi siamo pronti a governare”. L’articolo a firma di Giovanna Casadio:

“Bersani usa l’espediente retorico di porre domande: «Siamo pronti noi a prenderci la responsabilità di governare l’Italia? è questo che vogliamo con convinzione?». La risposta è un sì prolungato, gli applausi lunghi partono dal palco, dagli amministratori di queste terre terremotate, e si propagano alla base. Con un programma di «sinistra » il segretario sfida anche Renzi, il sindaco «rottamatore», alle primarie. Picchia duro contro personalismi e ambizioni. Il rinnovamento nel partito — assicura — ci sarà, tra un anno la foto di famiglia del Pd sarà un’altra, ma «prima c’è l’Italia, poi il Pd e il suo progetto per l’Italia e poi ci sono le ambizioni personali». Se il rinnovamento è indispensabile («Io me ne farò garante ») e «la ruota girerà», ci vuole però anche «rispetto: per tutti quei parlamentari che hanno fatto questo partito del secolo nuovo».”

E Monti si nega ancora “L’Italia troverà un leader tecnici limitati nel tempo”. L’articolo a firma di Alberto D’Argenio:

“«Mi rifiuto di pensare che in una grande nazione democratica come l’Italia non si possa eleggere un leader in grado di guidare il Paese». È questo il messaggio che Mario Monti affida alla platea di Cernobbio prima di lasciare il Forum Ambrosetti e imbarcarsi su un volo in partenza per Sarajevo, dove in serata interviene a un incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e oggi vedrà i vertici istituzionali bosniaci. Dunque sembra ancora un “no” alle pressioni di chi vorrebbe che il premier succedesse a se stesso a Palazzo Chigi. E così Monti dà un’impronta politica all’intervento con il quale chiude l’appuntamento di Villa d’Este. «I partiti hanno dimostrato di avere senso di responsabilità e il grado di considerazione che noi cittadini abbiamo per i politici è eccessivamente basso, forse non si meritano tutto questo». L’intervento di Monti viene spezzato in due tronconi, con l’organizzazione che per una volta consente il parziale aggiramento della regola che vuole il Forum tutto off limits per la stampa. Il discorso viene così ritrasmesso in sala stampa, mentre le repliche finali del premier restano a porte chiuse. Monti spiega che «l’esperienza del governo tecnico è transitoria”, poi apre uno spiraglio: «Sono sicuro — dice — che non sarà limitata nel tempo l’esperienza di una maggiore penetrazione dei saperi e delle competenze professionali, con la conoscenza del quadro internazionale, nella politica».”

Il Giornale

Monti scarica Casini. Il Giornale: “Il leader Udc: «Dopo il prof c’è ancora il prof». Lui lo gela: «Mi fece fuori dalla Commissione Ue per piazzare Buttiglione». Alfano: se vuole tornare a Palazzo Chigi il premier stavolta deve farsi eleggere.” L’articolo a firma di Alessandro Sallusti:

“Non siamo su Scherzi a parte , accade davvero nel circo impazzito della politica che tenta di so­pravvivere a se stessa. Il partito più gerontoco­mio d’Italia, anagraficamente e politicamente parlando, ha cambiato nome e sta facendo la cor­te a Mario Monti e ai suoi uomini. Casini non sta più nella pelle di fare,dopo aver brigato trent’an­ni con la politica, lo sponsor dei tecnici. Non è pentito, è solo furbo e senza vie d’uscita non vo­le­ndo allearsi col centrodestra e non potendo al­learsi con una sinistra zeppa di comunisti. Monti è il suo nuovo faro, per la prima volta il Casta-di­va Casini è disposto a uscire dal cono di luce del riflettore principale. Ma tanto entusiasmo, al mo­mento non sembra ricambiato. Ieri Monti lo ha gelato con una delle sue battute da professore ca­rogna. «Casini? Ricordo che fu colpa sua se non fui confermato ministro europeo nel 2004», ha detto in sintesi il premier. Il fatto è noto. Berlusco­ni voleva confermare Monti in Europa, ma Casi­ni si oppose, minacciando di uscire dall’allora maggioranza di centrodestra. Il nobile motivo era che Casini doveva piazzare il suo amico Roc­co Buttiglione, e tanto fece che ci riuscì. Sì, avete letto bene:Rocco Buttiglione scalzò d’ufficio Ma­rio Monti, ma combinò tanti e tali casini (con la minuscola) che non riuscì neanche a insediarsi, primo caso nella storia europea, nel governo di Bruxelles.”

Tasse e disoccupazione: ecco cosa ha prodotto l’imbroglio dello spread. Il dossier a firma di Renato Brunetta:

“Continuando su questa via rischiamo, a fine anno, una con­trazione complessiva della spesa in Italia di 35,5 miliardi. Con buo­na pace dei lavoratori autonomi, che hanno chiuso o rischiano di chiudere la propria attività nel 2012 in oltre 150.000 casi. Al dan­no la beffa: le entrate derivanti dal­la lotta all’evasione fiscale, nono­stante i blitz spettacolari ( chi si di­mentica Cortina?), si è ridotta nei primi 7 mesi del 2012: 3.966 miliar­di di euro recuperati, contro i 4.045 dei primi 7 mesi del 2011 (-79 miliardi). Pertanto, lo sban­dierato aumento del 4,7% delle en­trate tributarie deriva solo dalle nuove tasse introdotte dal gover­no tecnico e dal conseguente au­mento sconsiderato della pressio­ne fiscale (la sola Imu ha sottratto alle tasche degli italiani già 4 mi­liardi di euro). C’è poco da esser contenti. E poco importa se lo spread scende mentre l’econo­mia muore.”

Emozione Alonso. Il mondiale è più vicino. L’articolo de Il Corriere dello Sport a firma di Marco Evangelisti:

“Alla fine delle due gare che potevano sconvolgere il Mondiale tutto ricomincia quasi esattamente dallo stesso punto, con lo spagnolo in testa e in fuga, 40 punti di vantaggio dieci giorni fa, 37 adesso. La storia non è così innamorata di se stessa da replicarsi e infatti laddove dietro Alonso c’era Webber ora c’è Hamilton e lì a un millimetro Raikkonen che si è mimetizzato all’interno della classifica e sale, sale senza essere visto, e ancora a un altro millimetro Vettel. Tre inseguitori in tre punti, altro che disordine cosmico, eppure Alonso è l’unico a mantenere la lucidità e la razionalità e la tattica e il piano originario qualsiasi cosa accada. Parte decimo, rotola come un’onda lieve e inarrestabile fino al secondo posto, alle spalle di Hamilton che va via dalla pole e a pista libera non deve fare altro che applicare il ritmo naturale della sua McLaren.”

Errani-Vinci, New York ai piedi di Chiqui&Chiqui. L’articolo de Il Corriere dello Sport a firma di Roberto Zanni:

“La prima volta completamente italiana in 131 anni di storia degli US Open: Sara Errani e Roberta Vinci hanno davvero portato il tricolore a Flushing Meadows, conquistando in 76 minuti la finale di doppio. 6-4 6-2 contro le ceche Andrea Hlavackova e Lucie Hradecka. «Hanno meritato il titolo – ha detto la grande campionessa del passato Chrissy Evert – hanno giocato benissimo, una grande stagione e stavolta il lob ha fatto la differenza». Erano sotto 3-1 quest’anno le azzurre contro le ceche che avevano vinto tre incontri consecutivi, ma questa volta al Louis Armstrong Stadium Sara e Roberta hanno dominato e si è scritta un’altra pagina di storia: non c’era mai stata la bandiera italiana, da sola, sul pennone più alto agli US Open, solo un precedente, ma a metà, nel 1986 quando Raffaella Reggi vinse il misto in coppia con lo spagnolo Sergio Casal. Un anno da favola per “Chiqui&Chiqui”, il soprannome che loro stesse si sono inventate, deriva da piccoletta, che però in spagnolo si scrive “chiquita”: otto tornei vinti, due Slam, Parigi e ora New York, il primo posto da oggi nel ranking WTA di specialità con il pass per il Masters di Instabul. E questo è solo il doppio, perchè oggi anche dalla classifica del singolare arriveranno il 7 per la Errani (vicinissima anche al Masters di singolare) e il 15 per la Vinci, il top in carriera.”